Giorgio Repetto, ds del Pescara calcio

BIANCAZZURRI PENULTIMI IN CLASSIFICA

Repetto: Pescara svegliati, così si va in C 

Il ds: «C’è troppa leggerezza, serve più determinazione. Il mio futuro? Non so, ma non voglio chiudere con una retrocessione»

PESCARA. L’incubo retrocessione tormenta il Pescara. Penultimo posto in classifica, appena 4 punti conquistati e il Delfino è di nuovo a lottare per non retrocedere, come era accaduto nella scorsa stagione. «Dobbiamo darci una svegliata». Tra una sbirciatina ai risultati della serie A sullo smartphone e un film giallo tratto da un libro di Agatha Christie in tv, il 68enne direttore sportivo biancazzurro Giorgio Repetto, nella sua domenica pomeriggio, si racconta al Centro.
Repetto, dopo la prima vittoria in campionato, è arrivata un’altra sconfitta. Che cosa sta accadendo?
«Partiamo dal fatto che a Ferrara le decisioni arbitrali hanno inciso parecchio. In questo momento, però, noto che non ci sia la giusta consapevolezza della nostra situazione in classifica. L’anno scorso eravamo retrocessi sul campo, considerando la penalizzazione del Trapani, e adesso siamo ultimi... Non va bene».
Troppa superficialità?
«No, troppa leggerezza e confusione. Tutti dobbiamo farci un profondo esame di coscienza. Servono più concentrazione e cattiveria agonistica».
Secondo lei la squadra è stata allestita male?
«No, assolutamente. Negli ultimi anni, però, abbiamo sempre avuto 3-4 attaccanti veri e titolari. Quest’anno, come l’anno scorso, non ci sono. L’anno scorso siamo stati sfortunati per il ko di Tumminello e quell’esperienza ci avrebbe dovuto insegnare che in questo torneo bisognava prendere 3-4 punte centrali. Siamo stati sfortunati, ma forse abbiamo anche commesso degli errori. Anche in difesa abbiamo solo Drudi come difensore di piede destro, è arrivato Guth, ma anche lui si è fatto male».
Tutti questi infortuni come se li spiega?
«Dobbiamo interrogarci e capire il motivo. Ne abbiamo avuti, e ne abbiamo davvero troppi, che si vanno a ripercuotere sull’andamento del campionato e sulla classifica».

Massimo Oddo
La posizione del tecnico Oddo è salda?
«Tutti abbiamo responsabilità, lui in primis, ma è stato sfortunato perché ha avuto a che fare con degli infortuni pesantissimi, specie per quanto riguarda l’attacco. Forse sarebbero serviti dei ricambi in più. Rischia? Tutti siamo a rischio. È logico che nel calcio l’allenatore venga messo in discussione con una classifica del genere, ma Oddo ha delle attenuanti».
I 17 gol subiti come se li spiega?
«Sono troppi. In passato ne abbiamo presi molti meno e ne abbiamo fatti tantissimi. Se vogliamo andare in guerra non possiamo andarci con la piuma, ma con la spada. Serve più cattiveria agonistica e maggiore concentrazione. Non si possono prendere gol tipo il primo contro la Spal. Bisogna cambiare l’atteggiamento perché siamo ultimi in classifica».

Cristian Galano
Galano negli ultimi tempi ha trovato poco spazio.
«È un grande giocatore. L’anno scorso ha fatto 14 gol ed è stato determinante tante volte. Ma non voglio parlare dei singoli, perché tutti sono indispensabili. Le valutazioni tecniche le fa l’allenatore e le sue scelte vanno rispettate».
Le trattative sulla cessione societaria hanno influito sulla serenità della squadra?
«Quando leggi e senti di continuo certe notizie è logico che si distolga l’attenzione su altre situazioni, tipo il campo. La squadra deve pensare al campionato e non alla società. Penso che sia indispensabile prendere consapevolezza del presente, perché il futuro si può sempre migliorare. Dobbiamo capire che, così facendo, stiamo andando verso la retrocessione in C».
Il Pescara rischia seriamente di retrocedere?
«Sì, certo. Abbiamo fatto 4 punti in 8 gare, con una media di 0,5 a gara e siamo penultimi. Per uscire da questa situazione dobbiamo capire che stiamo precipitando. Dobbiamo darci una svegliata, tutti».
Che cosa la fa ben sperare?
«Nelle ultime tre partite ho visto dei segnali incoraggianti».
Una cosa che la fa arrabbiare?
«La mancanza di concentrazione e cattiveria agonistica. Ho letto una bella intervista allo zio e allenatore del tennista Rafa Nadal. Diceva in un passaggio, che non esiste un allenamento non noioso. L’allenamento deve essere noioso perché deve essere composto dalla ripetizione, dalla concentrazione e dalla riflessione. Devi ripetere il gesto fino alla nausea, perché solo così poi in partita puoi fare bene. Ha ragione. Nel calcio non si parla più del gioco senza palla, che è alla base del gioco di squadra. Bisogna ripetere alla nausea tutti i movimenti, l’allenamento deve essere sempre noioso. Gli allenatori non devono far divertire i calciatori, ma farli esprimere al meglio. Io la penso così».
Alla fine del girone di ritorno quanti punti occorreranno per mettersi al sicuro?
«Almeno 16-17 punti. Per arrivare ai play off servono 1,5 punti a partita. Per salvarci ne abbiamo bisogno di 47-48 e, quindi, al Pescara serve un ritmo da play off».
Nel mercato gennaio che cosa farete?
«Dipenderà dai punti e dalla posizione. Il mercato di gennaio è complesso, ma noi negli anni passati abbiamo sempre preso buoni giocatori e mi riferisco, per esempio, a Pasquato, Pettinari e Sansovini»
Ha dei rimpianti?
«Nessuno, ma negli ultimi due-tre campionati mi sarebbe piaciuto essere coinvolto più a tempo pieno nel mercato».
A gennaio scadrà il suo contratto. Il futuro di Repetto?
«Non lo so. Se devo finire ora, vorrei concludere senza una retrocessione. Io, prima di fare il ds, sono un tifoso. Da calciatore e dirigente con il Pescara ho sempre vinto e non sono mai retrocesso. Vorrei continuare così».
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