Sabato il Giulianova ne fa 100, un secolo di calcio tra talenti, passione e vittorie: è la storia di un grande amore
Dai titoli nazionali giovanili fino alla serie B sfiorata in un paio di occasioni
ma soprattutto una fucina di giocatori che hanno toccato anche la serie A
GIULIANOVA. Una storia d’amore che compie 100 anni. Quella del Giulianova e del calcio. E cento anni non si racchiudono in poche battute. Se ne possono ricordare i momenti salienti e gli eventi. Ma per descrivere le emozioni non basterebbe un giornale e nemmeno un libro, ma forse un tomo per ogni memorabile stagione. E queste emozioni le può raccontare solo il pubblico giuliese. Che ha vissuto fin dal primo giorno, con smisurata passione ed incredibile impeto, le vicende calcistiche della propria città. Il calcio è diventato uno degli elementi distintivi. «Qui la gente parla di politica e di calcio», si dice. Piaccia o non piaccia, un posto dove non solo il turismo, ne ha caratterizzato il connotato. “Lu pallò” è più di un valore aggiunto. Tante testimonianze scritte, evocate da Franchi, fino al mitico Marcozzi, e anche i documenti audio e video, intrise di convegni e dibattiti, passando per gags che hanno portato il calcio giallorosso anche alla ribalta nazionale.
I primi tempi. Una storia che ha avuto inizio con la fondazione società polisportiva Castrum, che all'epoca disputava le gare nel “Campo della Fiera”. E si narra che ai tempi, il pubblico era già numeroso e comprendeva anche numerose donne, e veniva già identificato come uno dei più accesi d’Abruzzo. Nel 1939 i giallorossi approdano alla serie C di allora, che era divisa in gironi di cui facevano parte le regioni italiane. Il conflitto mondiale sospende le attività agonistiche e nel 1945-46 riparte l'avventura che dura pochi anni, per poi ripartire con la nuova società Freccia D'Oro. Sono gli anni della tragedia di Superga, e ad uno dei calciatori del Grande Torino che vennero a mancare, venne intitolato il campo sportivo nel 1951: Rubens Fadini. Il nome Giulianova compare per la prima volta nel 1950 quando nasce la società polisportiva Giulianova, che disputa la quarta serie che tra alti e bassi porterà avanti fino agli anni 60, caratterizzandosi per essere una delle poche realtà che si affiderà a soli giocatori locali. Da qui si muove l'attenzione per i giovani del posto. Intùito che farà la fortuna del calcio giuliese e riempirà le bacheche di scudetti Nazionali nelle categorie Allievi, Juniores e Berretti. I primi nomi famosi che Giulianova esporterà si connotano in Paolo Braca (a Napoli) e Bruno Piccioni (Samb, Perugia e Genoa). E non solo. Insomma il settore giovanile, diverrà in breve tempo il fiore all’occhiello della storia calcistica che inizierà a vincere i tornei nazionali nel 1967. Si conteranno 10 scudetti, che se non sono un record poco ci manca, l’ultimo dei quali con Angelo Pagliaccetti in panchina. Gli anni Sessanta sono anche gli anni di Pasqualino Rossi che approderà al Lecce e del “Mitico Giò”, Francesco Giorgini, che approda fino alla B con l’Arezzo. Erano gli anni di Tiberio Orsini detto Titì. Il personaggio patito e competente, determinato e passionale, oltreché abile e attento conoscitore dell’amato “pallone”. Il presidente Orsini che, da acuto imprenditore, capitalizza gli introiti delle vendite in maniera tale da far continuare a vivere il calcio giallorosso ad alti livelli. E cosi molti di quei ragazzi che erano stati campioni d’Italia si ritrovano maturi, pronti a far esplodere definitivamente il calcio giallorosso, facendo cosi salire la febbre del popolo giuliese. Fu cosi che nel 1970-71 quando si arriva alla serie C. Come non ricordare l’immenso Gian Battista Fabbri, che anche con i talenti del vivaio, conquista una mirabile seconda posizione sfiorando la promozione in B. Luci della ribalta ed onorificenze anche per Nicola Tribuiani, “l’allenatore”, che smette presto di giocare al calcio, ma è trainer per diversi anni e periodi ripetuti. Ed è colui che diventa parte integrante e sostanziale del progetto giovani.
Tanti talenti. E da lì negli anni a seguire, la cantera locale, sfornerà e porterà in serie A, i vari Tandredi, Lelj, Curi, Iachini, Canzanese, D’Ottavio, Di Michele e Cosenza. Mentre fioriscono i nomi di Tuccella, Iaconi, Triboletti, Bellagamba e Palazzese. Tra il 1974 e 1977 i giovani vincono ben sei titoli nazionali tra Allievi, Berretti e Juniores. Intanto nella stanza dei bottoni, abdica Tiberio Orsini per questioni di salute e si insedia Di Giuseppe Dante, e nel 1979 la Polisportiva assume definitivamente il nome di Giulianova Calcio. Entra in scena un personaggio che farà - pur essendo calabrese - la storia dell’imprenditoria e del calcio abruzzese, il commendatore Pietro Scibilia. Solo tre anni, ma basteranno per farlo ricordare, poi ci sarà l’Orsini-bis, fino ad altri che si succederanno per arrivare a Umberto Mastellarini prima e all’indimenticato e generoso Sandro Quartiglia poi, straordinario imprenditore molto amato in provincia e non solo, con il quale si sfiora la B due volte e undici anni consecutivi di C1 di allora. Nel mezzo i due titoli italiani vinti da Francesco Giorgini nel settore giovanile, che porta fuori un’interminabile nidiata di giovani che raggiungono vette ai massimi livelli che vanno sotto il nome di Bellaspiga, Di Fabio, Manari, Pagliaccetti, De Patre, Pinciarelli, e i fratelli Marco e Federico Giampaolo. Fino ad arrivare alla fine del millennio e l’inizio del nuovo che vedrà sbocciare i gemelli Del Grosso, Federico e Cristiano. Per non parlare dello stesso Mirko Antenucci (oggi alla Spal). Ma la memoria storica, calcistica ed emozionale, si concentra anche su momenti memorabili. Gli infiniti derby con il Teramo, cardini che hanno caratterizzato il termine stesso di derby per eccellenza. Inoltre, il 23 maggio 1971, giorno di Giulianova-Bellaria, data in cui i giallorossi conquistano la C che vale con i gol di due miti quali l’allenatore-giocatore Adelmo Capelli e il giuliese Sergio Conte. E poi ancora il 25 maggio 1980, in cui il Giulianova contro il Frascati approda nell’allora C1. Fisiologico e quasi inevitabile il saliscendi di categorie che si riprenderà l’8 maggio 1994, quando Giulianova riabbraccia ancora una volta la C2 con Francesco Giorgini in panca e 5.000 spettatori sugli spalti. Nel giro di due anni poi, il 27 giugno 1996, a Foggia, il 3-0 dopo i calci di rigore, contro l’Albanova, con la letterale invasione dello Zaccheria che si riempie del serpentone giallorosso, alla conquista della C1. La consacrazione di Francesco Giorgini, allenatore per sempre, e l’ascesa al trono di colui che porterà i colori giallorossi molto ma molto in alto e che farà la storia: il presidente Alessandro Quartiglia che rileva da Mastellarini tutto il pacchetto societario e porterà il Giulianova a sfiorare la serie B, in un sogno che si spense “ingiustamente” ad Ancona l’8 giugno 1997 a coronamento di un’altra annata storica e nel 1998-99 a Castellammare di Stabia. Capitolo a parte merita l’approdo a Giulianova di Danilo Di Vincenzo, bomber di razza, con 19 presenze in B, e che salutò per farlo partire alla volta di Castel di Sangro nella meritata serie cadetta, per poi vederlo sparire e piangerlo per sempre nel dicembre 1996 in un tragico incidente stradale. L’uscita di scena del presidente Quartiglia, comporterà un ridimensionamento di ambizioni. Ed ancora, il play off contro il Prato l’anno 2008-09 in cui ottenne il salto nuovamente in C, nell’allora chiamata Prima Divisione. La crisi economica toccherà tutte le società storiche dell’Abruzzo ed anche il Giulianova che con il tempo andrà incontro anche ad un fallimento. Nel frattempo l’associazione “Giuliesi per Sempre” recupererà in tribunale e farà suo, il logo Giulianova Calcio” per poi cederlo. E siamo ai nostri giorni, all’attuale presidente-tifoso Alessandro Mucciconi. Colui che con la propria società, dopo qualche anno di incertezza identitaria, ha rianimato una piazza, che ha riempito ancora una volta “lu callarò” fino all’orlo, e che ha promesso di riportare il Giulianova nei palcoscenici che merita.
Enzo De Dominicis
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