IL COMMENTATORE DI DAZN

Schwoch, parola di bomber: «Il Pescara può andare in A» 

Ora lavora in tv ed è il miglior marcatore della B: «Il mio sangue è teramano»

PESCARA. Cognome polacco, sangue abruzzese e gran fiuto del gol. Il suo nome è sinonimo di bomber. Corsa e sudore, tecnica e realizzazione, velocità e fisicità lo hanno portato nella storia della serie B. Stefan Schwoch, 48 anni, è il capocannoniere di ogni epoca del campionato di serie B. Bene 135 reti realizzate con le maglie di Ravenna, Livorno, Napoli, Torino e Vicenza tra il 1996 e il 2008, l’anno in cui ha deciso di ritirarsi. Per 20 anni ha fatto emozionare i tifosi con le sue prodezze in campo, ora lo fa con il microfono visto che da quest’anno è il commentatore di punta di Dazn per la serie B.
Stefan Schwoch ha lasciato il mondo del calcio e svolge la professione di consulente finanziario. Come mai non è rimasto nell’ambiente del calcio?
«Perché c’è pochissima meritocrazia. Per di più, non esiste la possibilità di una continuità lavorativa. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo ho iniziato a lavorare nel Vicenza, prima da dirigente del settore giovanile e poi da direttore sportivo. Il mio ruolo, però, all’epoca non era da protagonista ed era abbastanza marginale. Ho preferito lasciar stare e mi sono buttato nel mondo della finanza».
Immaginiamo che abbia dovuto studiare.
«Sì, anche tanto. Ho superato un esame non facile visto che provenivo da un mondo, quello del calcio, completamente diverso rispetto a quello della finanza».
Torniamo al calcio. Lei è il simbolo dei bomber della B con 135 reti segnate.
«È qualcosa di cui vado fiero e mi piace che a distanza di anni i tifosi e le persone non abbiano dimenticato la mia carriera da bomber».
Come mai ha deciso di buttarsi nel mondo della tv con Dazn?
«Guardi, per caso. A Ferragosto ho ricevuto una chiamata da Dazn che aveva deciso di puntare su di me come talent per la serie B. Ne ho parlato con la mia famiglia e alla fine ho accettato, ma non potete immaginare che strizza al debutto».
Uno come lei terrorizzato da una partita di B?
«Ho fatto il mio esordio in Benevento-Lecce ed ero seriamente preoccupato. Appena sono stato ingaggiato da Dazn ho divorato centinaia di filmati e ascoltato decine e decine di telecronache per capire i tempi e la terminologia da usare. Sto cercando di dare il massimo e vi dico che fare il telecronista mi sta piacendo ogni giorno di più».
La prossima gara?
«Spezia-Pescara, venerdì 19».
Ha commentato anche Padova-Pescara, che idea si è fatto dei biancazzurri?
«Oltre a quella dell’Euganeo ho fatto anche Pescara-Livorno, la seconda di campionato. Il Delfino mi ha fatto una gran bella impressione e secondo me può arrivare fino in fondo. Ha giocatori importanti come Campagnaro e Balzano in difesa, un centrocampo molto forte e poi hanno questo Mancuso che può fare tanti gol. Il Pescara ha tutte le carte in regola per volare, ma deve diventare una squadra più quadrata».
Ovvero?
«Più cinica e attenta. Una squadra come il Pescara non può subire rimonte, come è capitato a Padova».
Secondo lei può puntare alla promozione in A?
«Sì, ma non direttamente. Ai play off può dire la sua e magari vincerli».
Le favorite?
«Benevento, anche se subisce troppi gol, e Verona. Gli scaligeri come organico sono davvero i più forti».
Pillon è una sorpresa ?
«Non sono sorpreso perché è un tecnico molto esperto e che conosce bene la categoria. Ero a Padova e ho visto quanto fosse arrabbiato per quel pareggio».

Leonardo Mancuso, 26 anni, bomber del Pescara

Da bomber a bomber: se l’aspettava l’exploit di Leonardo Mancuso?
«Se trova la giusta continuità può togliersi tante soddisfazioni. È un giocatore che non conoscevo prima di quest’anno, ma devo dire che sta facendo un campionato importante e non è un caso se Pillon punti su di lui lasciando in panchina Monachello e Cocco».
Un giovane da seguire?
«Quelli che piacciono a me sono due e sono entrambi a Pescara. Mi riferisco a Mirco Antonucci e Filippo Melegoni. Il primo è un giocatore di grande sacrificio e che ha ottimi colpi. Melegoni mi fa pensare a Tardelli da giovane».

Filippo Melegoni, centrocampista

Il capocannoniere chi sarà?
«Pazzini del Verona».
La sorpresa?
«Il Lecce».
Il suo maestro chi è stato?
«Con Walter Novellino mi sono tolto grandi soddisfazioni, ma anche con Mandorlini e Gregucci mi sono trovato bene».
Massimo Oddo è stato suo compagno di squadra a Napoli. Lo rivedremo presto in panchina?
«Io me lo auguro. Massimo è un caro amico e gli auguro il meglio. A Pescara ha fatto un campionato straordinario e mi dispiace per come siano andate le cose l’anno scorso a Udine. Secondo me ha stoffa, ma più che una panchina deve trovare un progetto che possa esaltare il suo lavoro e una società che credi in lui».
Schwoch, cognome di origine polacca ma con l’Abruzzo nel sangue. Vero?
«Sono abruzzese. Mio padre Gianfranco era di Teramo, ma da ragazzo è emigrato a Bolzano dove poi sono nato io».
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