Daniele Sebastiani, presidente del Pescara calcio

IL PESCARA ALLA FINESTRA

Sebastiani: se cambia il protocollo, pronti il 28 maggio 

Il presidente parla degli allenamenti collettivi e ipotizza il periodo della ripresa del campionato: «Dopo metà giugno»

PESCARA. La A chiede un protocollo meno rigido, la B si accoda e indica il possibile giorno della ripresa degli allenamenti collettivi. Ieri giornata intensa con l’assemblea dei club cadetti che ha deliberato all’unanimità il tempo necessario per riprendere la preparazione di squadra: 10 giorni dopo l’ok del Governo alle misure di sicurezza. In pratica, se la A iniziasse lunedì, la B partirebbe il 28 maggio. I nodi da sciogliere sono tre: quarantena in caso di un positivo, isolamento in hotel e responsabilità penale dei medici. Il presidente del Pescara, Daniele Sebastiani, annuncia battaglia. «Se viene trovato un positivo e tutta la squadra deve andare in quarantena non ha senso ricominciare i campionati», le parole del patron. «Siamo disposti a fare sacrifici per ripartire, ma se fossimo costretti a fermarci alla prima positività sarebbe solo uno spreco inutile di denaro. Non capisco perché in molti Paesi europei verrà isolato solo il calciatore positivo, invece qui si chiede la quarantena generalizzata. Così com’è strutturato il protocollo è di difficile attuazione, anche per motivi logistici. Contiamo di ricevere un testo più elastico e, qualora la A iniziasse gli allenamenti collettivi lunedì, noi partiremmo il 28 maggio. Il ritorno in campo? Se tutto va bene torneremo a giocare subito dopo la metà di giugno (il 21, ndc) e chiudere il torneo prima della fine di agosto». Sulla responsabilità penale dei medici, Sebastiani non è affatto preoccupato. «Sono già responsabili della salute dei calciatori, basta che facciano rispettare il protocollo e nessuno potrà attaccarli». La rassicurazione arriva da una norma del 2017 (legge Gelli) che ha introdotto la non punibilità per il medico, la cui condotta abbia causato danni al paziente, «purché siano state rispettate le linea guida accreditate». Inoltre, pare che il nuovo testo al vaglio del Governo contenga l’obbligo da parte di un calciatore (quasi sicuramente il capitano) di firmare ogni giorno una dichiarazione sulle misure adottate dallo staff sanitario (se sono stati eseguiti i tamponi, i test sierologici ecc…). Infine, i ritiri sui quali però il ministro dello Sport Spadafora potrebbe far cadere l’obbligatorietà: le squadre secondo la prima stesura del protocollo dovrebbero restare in hotel almeno per due settimane con i giocatori distribuiti in camere singole. Alla conferenza web è intervenuto anche il responsabile dello staff sanitario del Pescara, Vincenzo Salini, che fa parte sia della commissione medico scientifica della Lega B sia di quella della Figc.
Stadio di Montesilvano. Daniele Sebastiani commenta stizzito la nota polemica di Ballarini e Straccini, due consiglieri del M5S di Montesilvano che hanno sollevato dubbi sulla convenienza di affidare l’impianto al Pescara (una possibilità annunciata dall’assessore allo Sport Pompei). «Non abbiamo chiamato nessuno», replica Sebastiani, «siamo stati contattati dal Comune per sapere se fossimo interessati. Abbiamo dato la disponibilità, oltre al Poggio degli Ulivi servono altre strutture e per questo siamo interessati pure al campo Zanni. Dovremmo accollarci i costi di gestione e ristrutturazione». I consiglieri parlano di 500-600.000 euro. «Una simile somma basterebbe per trovare un terreno e realizzare due campi in erba sintetica, non c’è nessuna speculazione, ma solo la volontà del Comune di tenere viva la struttura e darle lustro coinvolgendo il Pescara. Se, come affermano, ci sarebbe questa forte convenienza potrebbero prendere loro la gestione». Ballarini e Straccini sostengono che il Delfino sia moroso nei confronti del Comune di Pescara. «Questi signori non conoscono gli accordi, si riferiscono all’annualità 2016 che non abbiamo pagato perché il canone è stato scontato con il rifacimento, a nostre spese, del manto erboso. Sorprende che due consiglieri non si informino bene prima di parlare e li diffido a diffondere queste informazioni false».

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