Stefano Pioli, allenatore del Milan

PALLA AL CENTRO

Serie A equilibrata, effetto Zlatan sul Diavolo di Pioli

Un anno fa dopo sei giornate di campionato c’era l’Inter al comando a punteggio pieno con la Juve (cinque successi e un pari) a ruota. E il Milan aveva collezionato due successi e quattro sconfitte con Marco Giampaolo indirizzato verso il capolinea dell’avventura rossonera. Nel frattempo, è arrivato il coronavirus che ha cambiato il mondo. E anche la serie A, perché dopo il lockdown il Milan ha iniziato una corsa senza fine grazie all’inserimento di Ibrahimovic a gennaio. Da quando è tornato al Milan ha preso parte a 23 reti in 22 gare, ha realizzato 17 gol e fornito 6 assist. A Udine ha segnato per la sesta gara di fila, eguagliando il record di Shevchenko del 2001 e il suo del 2012. E il risultato è un Milan capolista, davanti all’altrettanto sorprendente Sassuolo. Cinque successi e un pari all’inizio era il bottino di Capello (1995-96) e Ancelotti (2003-2004) che poi vinsero lo scudetto. Pioli incrocia le dita e guarda avanti. Fa sul serio. L’incognita è la tenuta. Ma questo è un campionato anomalo, caratterizzato dal Covid e giocato in un contesto surreale. Ci sono più errori a determinare varianti incontrollate. Balbettano Juventus e Inter. C’è maggiore equilibrio rispetto alle ultime stagioni. La Juventus ha avviato una fase di rinnovamento con un tecnico esordiente, Pirlo, a cui viene perdonato tutto in quanto tale. Anche la partita di mercoledì contro il Barcellona, persa senza adottare contromisure in corsa: se l’avesse impostata Sarri le critiche sarebbero state più pesanti. La Vecchia Signora ha perso forza e a centrocampo difetta di qualità. Ha smarrito quella solidità difensiva che è stata per tanto tempo il marchio di fabbrica, L’Inter dà la sensazione di avere un potenziale inespresso. Spetta a Conte capire quali corde toccare per liberare le forze di una squadra ricca e assortita.
@roccocoletti1
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