Il Pescara in Serie B

Silvio e la frase simbolo: qui si realizzano i sogni

10 Giugno 2025

L’impresa del 66enne Baldini partito a luglio tra lo scetticismo generale. Con le sue parole ha infiammato la città e caricato la squadra fino al trionfo

PESCARA. Diciamocela tutta. La prima volta che Silvio Baldini parlò di serie B, un anno fa, molti in città sorrisero e lo presero probabilmente per un folle. Un visionario. Un sognatore. O per l’ennesimo malcapitato su una panchina in cui nessun big della categoria sembrava volersi sedere, dopo il gran rifiuto di Attilio Tesser. Invece lui, il 66enne toscanaccio di Massa, era serio. Percepiva nell’aria di una città calcisticamente depressa e in cerca di una nuova guida quella magia con cui ha trascinato prima la squadra, poi lo zoccolo duro della tifoseria e infine tutti i pescaresi. «Qui c’è la magia di realizzare i sogni e dico questo perché mi ricordo di cosa mi raccontò Gasperini. Il suo Pescara iniziò tra mille problemi e finì per esprimere il miglior calcio in quella stagione e riuscì ad approdare in serie A. Qui se riesci a portare la gente dalla tua parte ti spingono a realizzare i tuoi sogni. Mi auguro anch’io di avere questa capacità e che ciò permetta al Pescara di raggiungere il proprio obiettivo», le sue dichiarazioni del 13 luglio 2024, giorno della sua presentazione ufficiale. Quest’omone arrivato dalla Toscana, però, non ci ha messo solo i suoi sogni e le sue visioni di fate e folletti, ma anche e soprattutto la sua infinita conoscenza calcistica abbinata alla leadership. Lo scorso aprile, contro l’Arezzo, ha celebrato le 800 panchine in carriera, diventando il tecnico con maggiori presenze di tutta la serie C. Categoria che ha vinto, passando dai play-off, solamente nel 2023, con il Palermo. Anche lì Baldini parlò di magia. La passione della gente, che arde sotto la brace anche nei momenti bui, lo galvanizza e lo accende. Facendolo immergere fin nelle viscere delle città in cui è chiamato a compiere l’impresa. E spingendolo a soffiare per riaccendere la fiamma. È il suo istinto, non lo può frenare. Lo stesso che lo portò a rifilare quel famoso calcione a Mimmo Di Carlo nel 2007 (in Parma-Catania, prima giornata del campionato di serie A 2007/2008), quando allenava il Catania. Un gesto che ne condizionò la carriera (ingiustamente) a causa di un perbenismo che colpisce solo chi e quando vuole nel mondo del calcio nostrano. Ma Baldini è un uomo di cuore. Fumantino e solo all’apparenza burbero, ma generoso e mai rancoroso. Con Di Carlo si è ritrovato sul campo lo scorso ottobre in Ascoli-Pescara e lo ha stretto in un abbraccio sincero. Anche quello, un gesto istintivo e non calcolato. Lui è così, prendere o lasciare.

Quando la sua magia si diffonde nello spogliatoio, trovando per prima cosa l’applicazione quotidiana dei giocatori in mezzo al campo, allora può nascere qualcosa di grande. Come questo incredibile finale di stagione del Pescara. Un risultato inaspettato un anno fa, ma anche lo scorso inverno, dopo il crollo in classifica.

Eppure questo successo ha basi solide, radicate nel prato rigoglioso del campo di Palena, dov’è iniziata l’avventura di Baldini alla guida del Pescara. Un gesto ha segnato in modo decisivo la stagione: il faccia a faccia tesissimo in allenamento con Franchini, giocatore di qualità ma discontinuo e con la testa altrove all’inizio dello scorso ritiro precampionato. Il tecnico ha messo le cose in chiaro con tutto il gruppo quel giorno. Rigare dritto, essere presenti, accesi, coinvolti, ambiziosi e affamati. Altrimenti quella è la porta. La squadra lo ha capito: con lui si poteva andare lontano. La vittoria a Terni, alla prima giornata, un altro segno del destino: contro la corazzata del girone, quel Pescara allestito senza nomi di grido, senza una prima punta di ruolo («i campionati si vincono anche senza un centravanti da 20 gol», rispose a una nostra precisa domanda), e con tanti dubbi tecnici e tattici, poteva colpire ovunque e contro chiunque. E così è stato, fino alla fine.

Ma ora è già tempo di guardare al futuro. Il presidente Sebastiani e il ds Foggia dovranno incontrare l’allenatore per parlare di contratto in vista della serie B 2025/2026. L’accordo con il toscano scade il prossimo 30 giugno. Sabato notte, durante i festeggiamenti, Baldini è stato vago: «Se resto al Pescara? Ora voglio stare con la mia famiglia, tornare a casa e godermi i miei affetti. Fuori dal campo, a me interessano solo le cose importanti della vita. La prima è la famiglia. Al futuro penserò dopo aver staccato la spina». Neanche il tempo di pronunciare queste parole davanti alle telecamere che intercettiamo il ds Foggia e chiediamo lumi a lui: «Il nostro allenatore in serie B sarà Baldini, non ci sono dubbi». Ma la festa impazza: l’allenatore dedica il primo gesto alla moglie e a tutti i tifosi della tribuna Maiella. Poi arrivano gli abbracci, con il figlio Mattia, con Pellacani che lo preleva a forza, piangendo, e lo porta sotto la curva nord che canta il suo nome. Il difensore gli dice: «Vieni con noi, è tua, è tutta tua».

Piangono tutti, per la gioia e per scaricare l’adrenalina di oltre 130’ di battaglia e poi della lotteria dei rigori. «Abbiamo vinto contro una squadra che in finale si è dimostrata più forte di noi. Quando siamo rimasti in dieci, la partita è finita. Abbiamo provato a portarla ai rigori in tutti i modi. E sapevo che lì il destino ci avrebbe premiati».