Teramo, Di Antonio: «Temo il Fadini, è sempre il valore aggiunto»

Il patron del Diavolo: “Questa sfida si gioca troppo presto, potevamo arrivarci più rodati. Il trionfo in Coppa al Bonolis è la mia gioia calcistica più grande”
TERAMO. Filippo Di Antonio si appresta a vivere il quarto derby da presidente del Teramo. L'imprenditore teramano, al vertice del club biancorosso da tre stagioni, racconta al Centro le sue emozioni in vista del big-match del Fadini.
Presidente, come arriva il Teramo al derby?
«Con tante certezze. Abbiamo allestito la rosa già per l'avvio del ritiro, aggiungendo Fall in attacco nei giorni scorsi. Sono fiducioso, ci faremo trovare pronti. In gare del genere si dà tutto, a prescindere dallo stato di forma. Questo derby, però, si gioca troppo presto ed entrambe le squadre potevano arrivarci più rodate».
Su chi punterebbe per battere il Giulianova?
«Non punterei su un singolo. Abbiamo tanti giocatori bravi, ma può essere determinante la forza del gruppo. La compattezza di squadra e in società è il nostro segreto».
Cosa teme dei giallorossi?
«Il fattore ambientale, la spinta del Fadini. Anche il Giulianova ha una squadra forte, con vari elementi pericolosi».
Che derby prevede quindi?
«Si affrontano due squadre che subiscono poco. A decidere la sfida può essere un episodio, un dettaglio. In campo ci sarà equilibrio».
Con il presidente Mucciconi che rapporto c'è?
«Di stima reciproca. Siamo amici, entrambi abbiamo una grande passione che ci accomuna. Sia io che lui, negli anni, stiamo dimostrando che si possono ottenere risultati importanti con il supporto di persone che vogliono bene alla piazza».
Che effetto le fa trovare Paolo D'Ercole da avversario?
«La rivalità vale soltanto per il derby. Sarà un po' strano vederlo dall'altra parte, ma con D'Ercole i rapporti sono rimasti ottimi e ci sentiamo con frequenza, pur senza parlare di calcio. Ci stringeremo la mano. Sabato scorso, a Giulianova, ho assistito al derby della Juniores (vinto 2-0 dal Teramo, ndc) seduto tra il ds Micciola e D'Ercole».
Che ricordo conserva della finale di Coppa Italia di Eccellenza vinta ai rigori al Bonolis nel gennaio 2024?
«È stata la mia più grande gioia calcistica vissuta finora. Vincere in quel modo, dopo una gara combattuta e che a pochi istanti dalla fine dei supplementari stavamo perdendo. Il ricordo di quel pomeriggio resta indelebile».
Al Fadini il grosso della tifoseria biancorossa non ci sarà per il divieto di trasferta. Come avete accolto il provvedimento?
«Siamo sorpresi del fatto che, rispetto a quanto emerso nella riunione di lunedì in prefettura, il divieto sia solo per i residenti di quattro comuni (Teramo, Campli, Montorio e Torricella Sicura, ndc). Mi auguro, a questo punto, che chi ha la possibilità di acquistare il biglietto riesca a venire a darci un po' di sostegno. Chi non può, ovviamente, non si metta in viaggio per Giulianova».
In vista del derby con il Chieti di mercoledì avete inviato alla questura e al prefetto la richiesta di un incontro per favorire l'arrivo dei tifosi neroverdi, che è stato vietato. Ci sono spiragli?
«Lo speriamo. Abbiamo il dovere di provarci, sempre nel rispetto della legalità. Attendiamo una risposta. Il Bonolis offre ampie garanzie di sicurezza. Siamo a completa disposizione, come società, per trovare soluzioni condivise. Ad oggi, però, non possiamo fare altro che attenerci a ciò che ci dicono le autorità».
Dal mercato bisogna attendersi altro?
«Siamo vigili e pronti a intervenire in caso di nuove opportunità. Il mediano Carpani è nei nostri pensieri, ma è ancora un giocatore dell'Ascoli perciò siamo in stand-by. Vedremo».
Che ruolo avrà il Bonolis nei vostri piani societari?
«La gestione sportiva dello stadio è nelle nostre mani da un mese. L'accordo ha una durata di cinque anni. Quella attuale è una fase di studio, ci stiamo impegnando molto e serve fare esperienza per gestire un impianto così importante. Il Bonolis è strategico per il futuro del Teramo, è una parte fondamentale del nostro progetto e per le nostre ambizioni».