Teramo, il pericolo si chiama Slay
Domenica scorsa il lungo di Varese ha battuto l’AJ Milano quasi da solo.
TERAMO. Ha fatto fuori l’Aj Milano quasi da solo nella sua migliore partita da quando è in Italia (parole sue). Una prestazione memorabile quella di Ron Slay domenica scorsa, che ha permesso alla neo promossa Cimberio di battere la ben più quotata avversaria in un derby lombardo che riportava alla memoria i fasti di quando Varese era nel gotha del basket italiano. Una prestazione che speriamo non si ripeta questa sera a Teramo (Slay, in effetti, è molto discontinuo) perché altrimenti per i biancorossi sarà un vero problema fermarlo e arrivare all’appuntamento con la prima vittoria nell’esordio casalingo del campionato 2009-2010. Varese non è solo Slay ovviamente, ma i numeri messi a referto da “Ron il matto” domenica scorsa sono stati impressionanti: in 31 minuti, l’ala forte della Cimberio ha segnato 33 punti sui 73 complessivi della squadra, ha catturato 14 rimbalzi (il totale di squadra è stato di 30) e si è guadagnato una valutazione di 46 (pari a più della metà della valutazione complessiva della squadra che è stata di 86). E dire che nella settimana precedente Slay - così hanno raccontato i compagni di squadra e il coach Stefano Pillastrini - era piuttosto nervoso e si era spesso lamentato per i troppi contatti in allenamento. «Gli abbiamo spiegato», ha raccontato poi Pillastrini, «che lo stavamo facendo apposta perchè Milano avrebbe impostato la gara su una difesa molto fisica contro di lui. Avrebbero cercato di mandarlo fuori di testa». E invece non non solo non è andato fuori di testa, ma è rimasto concentrato per tutti i 40 minuti del match sfoderando una prestazione da Nba. Campionato dove non ha mai giocato perché non ritenuto - letteralmente - all’altezza: tra i Pro i suoi 202 centimetri sono considerati insufficienti per un numero 4. Qui invece bastano e avanzano: anzi, contro l’Aj Milano Pillastrini lo ha fatto giocare anche da centro. Insomma è un tipetto da tenere sotto stretto controllo se a fine gara non si vorrà dire, come il coach di Milano Piero Bucchi, che Slay ha fatto sì un partitone «ma qualche demerito nostro c’è stato». Per il coach di Teramo Andrea Capobianco la vittoria con Milano «fa capire di che pasta è fatta la squadra che affronteremo. La capacità di sfruttare gli spazi interni sia coi piccoli che coi lunghi, e quella di colpire da fuori con grande facilità, rendono la squadra molto imprevedibile. Un misto di atletismo e grande conoscenza del gioco sono i punti di forza di Varese. Noi, non essendo al massimo delle nostre potenzialità, sia a livello individuale che collettivo, dovremo far ricorso alle energie mentali e a tutta la nostra voglia per sopperire alla mancanza di fluidità di gioco. L’aiuto del pubblico può darci la spinta giusta nei momenti di difficoltà, e farci superare i periodi bui che possono verificarsi durante la partita».