I fratelli Totani e il teatino Sbaraglia alla Dakar

Rally. Ai nastri di partenza della gara in Arabia Saudita dal 3 gennaio ci sono pure i tre piloti abruzzesi. (Nella foto, Silvio e Tito Totani)
Si scaldano i motori in vista dell’evento automobilistico più importante dell’anno. Il 3 gennaio scatterà la 48ª edizione della Dakar, il circuito iconico di rally nel quale i piloti di tutto il mondo attraverseranno l’Arabia Saudita in sella alle motocross, le auto da corsa o i camion.
Un evento che parlerà anche abruzzese. Infatti in questa edizione ai nastri di partenza ci saranno diversi rappresentanti del movimento regionale. A partire dai fratelli aquilani Silvio e Tito Totani, rispettivamente pilota e navigatore, i quali gareggeranno sulla Optimus, una autovettura buggy a due ruote motrici progettata dal team francese MDRallye. Una nuova collaborazione nata nei mesi scorsi e già messa alla prova nei test estivi in Marocco.
E poi i riflettori sono puntati sul giovane pilota teatino Rocco Sbaraglia, che nella scorsa edizione festeggiò il raggiungimento del traguardo portando a casa l’ambita medaglia. Non prenderà parte invece il padre Gianluca, pilota navigato e vincitore di diversi titoli italiani di cross country rally. Nel 2025 Rocco, alla prima esperienza, concluse la Dakar viaggiando su un camion per l’assistenza dei vari piloti in gara, riportando la sua esperienza diretta anche in una tesi sperimentale discussa nei mesi scorsi all’Università d’Annunzio di Chieti, nella facoltà di Scienze motorie.
In questa nuova avventura, il giovane Sbaraglia si cimenterà con la Montana Racing, una scuderia tedesco-americana, al volante di una Nissan Terrano insieme allo statunitense Taz Harvey. Una promozione per Rocco, definito «giovane ma sorprendentemente maturo, con talento, disciplina e una determinazione rara» dal general manager della stessa scuderia.
Insomma, gli abruzzesi vogliono lasciare il segno in un circuito che si preannuncia particolarmente insidioso. Dal 3 al 17 gennaio, gli equipaggi attraverseranno l’Arabia Saudita in un percorso ad anello di 8.000 km (di cui 4900 di prove speciali) da Yanbu a Riyadh e ritorno, ideato dal direttore sportivo David Castera per esaltare non solo le abilità di guida e navigazione, ma soprattutto la capacità di resistenza dei concorrenti.
La manifestazione scatterà il 3 con il prologo di Yanbu, un breve assaggio di deserto utile più che altro a stabilire l’ordine di partenza. Si toccheranno diversi centri iconici lungo il tracciato, da Al Ula a Hail e Riyadh, arrivando l’ultimo giorno proprio a Yanbu, in una tappa relativamente breve (105 chilometri) prima di poter tagliare il traguardo e festeggiare l’impresa.

