Tognozzi-gol, pareggio in rimonta
Biancazzurri indenni, ma la capolista Verona vola a più sei
ANDRIA. Nel giorno dell’allungo in vetta del Verona, il Pescara ha conquistato un buon punto sul campo di un’Andria in salute e ha conservato il secondo posto in classifica. La capolista è salita a più sei, ma i biancazzurri si sono consolati con la prima rimonta in campionato.
Un evento se si considera che in 22 gare, una volta sotto di un gol, il Pescara non era mai riuscito a raggiungere l’avversario. Un segnale anche questo da abbinare ai risultati della gestione Di Francesco: due vittorie e altrettanti pareggi.
Ma la gara di Andria, giocata senza tifosi al seguito per il divieto del prefetto, ha detto altre due cose: innanzitutto, il netto miglioramento sul piano del gioco da parte della squadra che ha fatto la partita dall’inizio alla fine; c’è, poi, il rovescio della medaglia rappresentato dalla scarsa incisività degli attaccanti. Che sono stati evanescenti. Tutti e tre. Basti pensare che il primo tiro nello specchio della porta è arrivato dopo un’ora di gioco, ad opera di Ganci e parato senza difficoltà dall’ex Spadavecchia. Un buon Pescara, quindi, capace di esprimere una manovra fluida fino alla trequarti campo avversaria. Poi, il buio. L’ultimo passaggio è stato sempre un fallimento e ha finito per vanificare quanto di buono costruito da una formazione che, allo stadio Degli Ulivi, ha finalmente mostrato carattere al cospetto di oltre 4.000 spettatori paganti e di un’Andria cinica e tignosa. La classica squadra di categoria, compatta e agonisticamente valida, che ha aspettato l’avversario per poi ripartire in contropiede.
Il Pescara gliel’ha permesso in rare occasioni e ha dimostrato di essere in crescita anche sul piano atletico, tanto che ha mantenuto lo stesso ritmo di gioco dall’inizio alla fine, al contrario dei pugliesi. Ma di occasioni da rete davvero poche. E se non fosse stato per quel colpo di testa di Luca Tognozzi, al 29’ della ripresa, una delle migliori prestazioni della gestione Di Francesco sarebbe finita con una sconfitta. Ad oggi i problemi risiedono negli ultimi venti metri. Ci sono dei problemi strutturali che non sono stati risolti durante il mercato di gennaio. Ci sono delle assenze che pesano, inevitabilmente. E c’è, soprattutto, il momento di scarsa brillantezza degli attaccanti.
Ecco la sosta alle porte. Servirà per recuperare Bonanni e Verratti, gli uomini capaci di innescare le punte. E, soprattutto, per affinare gli schemi d’attacco.
Il Pescara, per l’occasione, ha messo da parte il 4-2-3-1, utilizzato dall’avvento di Di Francesco in panchina, per passare al 4-3-3. E ha iniziato la gara con personalità, mettendo subito in ambasce l’Andria. Tanto possesso palla, poche conclusioni. E l’Andria, reduce da una serie di tre vittorie e un pareggio, ha colpito alla prima occasione, al 28’. Lo ha fatto sfruttando un’ingenuità del Pescara e segnando con l’attaccante franco-senegalese Ousmane Sy, classe 1988, all’ottava rete in questo campionato. I pugliesi hanno legittimato il vantaggio nel finale di tempo.
Dapprima sfiorando il raddoppio con Anaclerio e poi reclamando un rigore per un’uscita del portiere Pinna su Doumbia. Il Pescara nella ripresa ha ripreso a martellare l’Andria. Che si è schiacciata ancor più nella propria metà campo dopo l’inserimento di un terzino, Ceppitelli, al posto di un centravanti, Anaclerio. Il merito dei biancazzurri è stato quello di non aver perso la testa e di aver continuato a giocare la palla a terra, senza ricorrere ai lanci lunghi. Un monologo premiato dall’inzuccata vincente del centrocampista Luca Tognozzi, a un quarto d’ora dalla fine.

Un evento se si considera che in 22 gare, una volta sotto di un gol, il Pescara non era mai riuscito a raggiungere l’avversario. Un segnale anche questo da abbinare ai risultati della gestione Di Francesco: due vittorie e altrettanti pareggi.
Ma la gara di Andria, giocata senza tifosi al seguito per il divieto del prefetto, ha detto altre due cose: innanzitutto, il netto miglioramento sul piano del gioco da parte della squadra che ha fatto la partita dall’inizio alla fine; c’è, poi, il rovescio della medaglia rappresentato dalla scarsa incisività degli attaccanti. Che sono stati evanescenti. Tutti e tre. Basti pensare che il primo tiro nello specchio della porta è arrivato dopo un’ora di gioco, ad opera di Ganci e parato senza difficoltà dall’ex Spadavecchia. Un buon Pescara, quindi, capace di esprimere una manovra fluida fino alla trequarti campo avversaria. Poi, il buio. L’ultimo passaggio è stato sempre un fallimento e ha finito per vanificare quanto di buono costruito da una formazione che, allo stadio Degli Ulivi, ha finalmente mostrato carattere al cospetto di oltre 4.000 spettatori paganti e di un’Andria cinica e tignosa. La classica squadra di categoria, compatta e agonisticamente valida, che ha aspettato l’avversario per poi ripartire in contropiede.
Il Pescara gliel’ha permesso in rare occasioni e ha dimostrato di essere in crescita anche sul piano atletico, tanto che ha mantenuto lo stesso ritmo di gioco dall’inizio alla fine, al contrario dei pugliesi. Ma di occasioni da rete davvero poche. E se non fosse stato per quel colpo di testa di Luca Tognozzi, al 29’ della ripresa, una delle migliori prestazioni della gestione Di Francesco sarebbe finita con una sconfitta. Ad oggi i problemi risiedono negli ultimi venti metri. Ci sono dei problemi strutturali che non sono stati risolti durante il mercato di gennaio. Ci sono delle assenze che pesano, inevitabilmente. E c’è, soprattutto, il momento di scarsa brillantezza degli attaccanti.
Ecco la sosta alle porte. Servirà per recuperare Bonanni e Verratti, gli uomini capaci di innescare le punte. E, soprattutto, per affinare gli schemi d’attacco.
Il Pescara, per l’occasione, ha messo da parte il 4-2-3-1, utilizzato dall’avvento di Di Francesco in panchina, per passare al 4-3-3. E ha iniziato la gara con personalità, mettendo subito in ambasce l’Andria. Tanto possesso palla, poche conclusioni. E l’Andria, reduce da una serie di tre vittorie e un pareggio, ha colpito alla prima occasione, al 28’. Lo ha fatto sfruttando un’ingenuità del Pescara e segnando con l’attaccante franco-senegalese Ousmane Sy, classe 1988, all’ottava rete in questo campionato. I pugliesi hanno legittimato il vantaggio nel finale di tempo.
Dapprima sfiorando il raddoppio con Anaclerio e poi reclamando un rigore per un’uscita del portiere Pinna su Doumbia. Il Pescara nella ripresa ha ripreso a martellare l’Andria. Che si è schiacciata ancor più nella propria metà campo dopo l’inserimento di un terzino, Ceppitelli, al posto di un centravanti, Anaclerio. Il merito dei biancazzurri è stato quello di non aver perso la testa e di aver continuato a giocare la palla a terra, senza ricorrere ai lanci lunghi. Un monologo premiato dall’inzuccata vincente del centrocampista Luca Tognozzi, a un quarto d’ora dalla fine.