Il Pescara in Serie B

Una magìa firmata Baldini: stadio pieno e promozione

10 Giugno 2025

Dallo scetticismo al primo posto, poi la discesa fino all’impennata play off

Ogni promozione è legata a un personaggio, quella dell’estate 2025 è firmata Silvio Baldini. Così come esistono le promozioni di Galeone e di Zeman, a Pescara si ricorderà la festa di questa notte e la si assocerà al 66enne tecnico di Massa. In estate il nome più gettonato nella tifoseria è quello di Attilio Tesser e quando il club annuncia Silvio Baldini inizialmente la tifoseria pensa a un ripiego. Baldini è reduce da due divorzi traumatici a Perugia e a Crotone. Uno dal carattere fumantino. E vai con le scommesse: “Quanto durerà con Sebastiani?”. Non solo. Alla presentazione comincia a parlare di magìa. Parla di serie B. Lo fa sapendo che il ds che lo ha voluto a Pescara, Daniele Delli Carri, si è appena dimesso. Parte per il ritiro di Palena tra perplessità e scetticismo. In fase di presentazione non sono rose e fiori. Con Franchini (poi ceduto al Gubbio) alza la voce. Il derby di Coppa con il Pineto va male. Baldini riflette ed ecco che prima dell’esordio in campionato arriva la svolta. Il 4-2-3-1 non funziona. E così decide di virare sul 4-3-3. Intensità, recupero palla alto, ritmo di gioco elevato, ma con il 4-3-3, il modulo che è nel Dna del gruppo e della piazza. Buona la prima a Terni, la squadra si fa voler bene dai tifosi in rotta con il presidente Sebastiani. Il Pescara va meglio in trasferta che in casa. Si assesta nelle posizioni di vertice, sale in vetta e ci resta. Infila sei vittorie di fila fuori casa. Va che è una meraviglia. Quasi mille tifosi al Neri di Rimini dove decide Ferraris. A Pesaro il primo stop, contestato. Un po’ alla volta il Pescara guadagna consensi e Silvio Baldini conquista la città. Così come avevano fatto prima Zdenek Zeman e Giovanni Galeone. Lo fa con semplicità: è talmente personaggio proprio perché non è un personaggio. Perché è semplice e genuino. Schietto e spontaneo. E bravo in mezzo al campo. A fine novembre l’ultimo successo a Gubbio, poi la frenata a dicembre. Un po’ di fiatone. A gennaio si aspetta il bomber che tarda ad arrivare, la squadra perde contatto dalla vetta. Baldini si arrangia con quel che passa il convento. Resta a galla, mentre Virtus Entella e Ternana si giocano il primo posto. I biancazzurri scendono fino al quinto posto. C’è la consapevolezza di non avere le carte in regola per competere. A Sestri Levante un’altra sconfitta, Baldini pensa alle dimissioni, ma resta al timone: per tutti i calciatori è più di un tecnico, è un punto di riferimento. Non può tradirli. Non può tradire la piazza. «Resto solo se vado in B», dice in più occasioni. Lo vedi dappertutto: al mercato, al bar. Vive la città. Assorbe umori e stati d’animo. Ad aprile, però, la piazza non pensa a quello che verrà. C’è sfiducia. Non si pensa ai play off come un’occasione. Baldini spesso ricorda l’impresa nel 2022 a Palermo, portato in B, passando per gli spareggi di fine stagione. 28 squadre in corsa per un posto, solo il cuore e la passione danno fiducia al Delfino. Si parte: tutti aspettano il derby contro il Pineto e, invece, c’è la Pianese al debutto del Pescara nei play off. Non una passeggiata, ma quasi. D’altronde la superiorità è testimoniata dalla classifica del girone B. Al primo turno dei play off nazionali il sorteggio propone il Catania, una squadra costruita per lottare per la promozione e finita al quinto posto nel girone C. Una sorta di rivincita della sfida play off del 2002, quella decisa dal contestatissimo gol di Cicconi. Non si parla d’altro per giorni.

Gli etnei si sono qualificati per il rotto della cuffia. Il Cibali è uno spauracchio, ma l’esame viene superato e quando tutti pensano allo 0-0 ecco lo “scavetto” di Merola che regala il successo. Al ritorno sconfitta casalinga per 1-2, ma qualificazione al sicuro per via del fatto che il Pescara è testa di serie. C’è la Vis Pesaro. Al Benelli la grande paura: il Pescara va sotto di due reti, ma prima dell’intervallo segna Meazzi e rientra in partita. Nella ripresa le sostituzioni e il pareggio. E anche qui quando la gara sembra destinata al 2-2 ecco i gol di Letizia e Bentivegna in pieno recupero. Il ritorno diventa una formalità. Sotto con l’Audace Cerignola, seconda dietro l’Avellino nel girone C. Al Monterisi Pellacani si fa subito male, il Delfino trema. Nella ripresa Plizzari respinge un rigore di Sainz-Maza. Achik manda fuori dopo aver superato Plizzari. Il Pescara crolla? Macché, vince 4-1 con doppiette di Meazzi e del neoentrato Tonin. Al ritorno si gioca fino a metà ripresa, poi l’Audace resta in dieci e i biancazzurri focalizzano l’attenzione sulla finale. L’aspettano la Ternana e quella magìa evocata da Baldini sin dal primo giorno: stadio pieno e promozione in B. Provate a chiedere ai pescaresi se sono felici.

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