A messa come una volta, la liturgia latina si trasforma in evento

Tanti curiosi e fedeli partecipano al rito tridentino nella chiesa del Santissimo Salvatore di Silvi
SILVI PAESE. Ha attirato l'attenzione di tantissimi, fra religiosi e curiosi, la messa tridentina celebrata ieri sera a Silvi, nella chiesa del Santissimo Salvatore. Nell'affollata chiesa del borgo antico, si è svolta la prima di una lunga serie di liturgie in lingua latina, organizzata dall'Ordo Christianus Miles, un movimento cristiano-cattolico tradizionalista, attivo a Silvi dal 2007.
La messa tridentina, officiata dal Don Andrea di Bonaventura, cominciata dieci minuti prima delle 21, è stata una cerimonia solenne. L'organo e i cori di Silvi paese e delle frazioni di Santo Stefano e Pianacce hanno accompagnato l'ingresso del giovane sacerdote con il calice in mano, del ministro e presidente del Movimento Francesco Sanfilippo e di tre bambini con la croce.
Salito sull'altare, adornato di paramenti bianchi, - la messa era una votiva ad angeliis -, Don Andrea ha celebrato la liturgia in latino di spalle ai fedeli e all'altare, come di consuetudine per la messa tridentina. La lettura dell'epistola e del Vangelo sono stati gli unici due momenti in cui il parroco si è rivolto ai fedeli in italiano. Per la comunione è stato posto l'inginocchiatoio davanti all'altare e l'ostia è stata data direttamente sulla lingua.
Dopo il congedo, come da tradizione antica, il sacerdote ha letto l'inizio del Vangelo di San Giovanni, che annuncia l'eternità e del Verbo e prima di congedarsi ai piedi dell'altare, insieme con i fedeli ha recitato il Salve Regina nella lingua latina ed ha portato via con sé il calice.
La messa tridentina fu abolita da Papa Paolo VI nel 1969, modificandone i riti celebrativi.
Giovanni Paolo II, con il Motu Proprio Ecclesia Dei, aveva lasciato ai singoli vescovi la facoltà di celebrarla. Il 7 luglio 2007 con il Motu Proprio Summorum Pontificum, Papa Benedetto XVI ha eliminato ogni vincolo, lasciando libera facoltà ai parroci dell'impiego del rito romano antico. «Per Silvi è comunque un evento», ha commentato Francesco Sanfilippo, presidente dell'associazione cristiano cattolica tradizionalista, che conta circa 120 iscritti in Italia.
Federica Forcella
La messa tridentina, officiata dal Don Andrea di Bonaventura, cominciata dieci minuti prima delle 21, è stata una cerimonia solenne. L'organo e i cori di Silvi paese e delle frazioni di Santo Stefano e Pianacce hanno accompagnato l'ingresso del giovane sacerdote con il calice in mano, del ministro e presidente del Movimento Francesco Sanfilippo e di tre bambini con la croce.
Salito sull'altare, adornato di paramenti bianchi, - la messa era una votiva ad angeliis -, Don Andrea ha celebrato la liturgia in latino di spalle ai fedeli e all'altare, come di consuetudine per la messa tridentina. La lettura dell'epistola e del Vangelo sono stati gli unici due momenti in cui il parroco si è rivolto ai fedeli in italiano. Per la comunione è stato posto l'inginocchiatoio davanti all'altare e l'ostia è stata data direttamente sulla lingua.
Dopo il congedo, come da tradizione antica, il sacerdote ha letto l'inizio del Vangelo di San Giovanni, che annuncia l'eternità e del Verbo e prima di congedarsi ai piedi dell'altare, insieme con i fedeli ha recitato il Salve Regina nella lingua latina ed ha portato via con sé il calice.
La messa tridentina fu abolita da Papa Paolo VI nel 1969, modificandone i riti celebrativi.
Giovanni Paolo II, con il Motu Proprio Ecclesia Dei, aveva lasciato ai singoli vescovi la facoltà di celebrarla. Il 7 luglio 2007 con il Motu Proprio Summorum Pontificum, Papa Benedetto XVI ha eliminato ogni vincolo, lasciando libera facoltà ai parroci dell'impiego del rito romano antico. «Per Silvi è comunque un evento», ha commentato Francesco Sanfilippo, presidente dell'associazione cristiano cattolica tradizionalista, che conta circa 120 iscritti in Italia.
Federica Forcella
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