Abusi su due ragazzine, arrestato il titolare di una palestra

Silvi, indagine della polizia. Un istruttore quarantenne finisce ai domiciliari con l’accusa di violenza sessuale: una delle vittime ha 11 anni. Le parti offese sentite alla presenza di uno psicologo
TERAMO. Un’indagine complessa come lo sono tutte quelle che riguardano l'abuso sessuale su minori: per la fragilità delle vittime, per l'osservazione e l'interpretazione degli indicatori di violenza. Ed è un caso particolarmente delicato quello al centro dell’inchiesta che qualche giorno fa ha fatto scattare gli arresti domiciliari per un 40enne di Silvi, titolare di una palestra e istruttore di arti da combattimento.
È accusato di abusi sessuali su due ragazzine minori di 14 anni, tra cui una di 11. L’uomo (difeso dall’avvocato Ida Nardi) è stato arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Roberto Veneziano su richiesta del pm Elisabetta Labanti, titolare del fascicolo. Per l’uomo, che oggi pomeriggio comparirà davanti al giudice, per l’interrogatorio di garanzia la Procura aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.
L’indagine, portata avanti dalla squadra mobile di Teramo, è scattata dopo la denuncia presentata dai genitori della bambina di 11 anni che frequentava la palestra e che si è confidata con i familiari (assistiti dall’avvocato Monica Passamonti). Nel corso delle indagini è stata individuata un’altra parte offesa, un’altra minore di 14 anni. Ma non si esclude che altre possano essere individuate in quella che è un’indagine ancora in corso e che quindi potrebbe anche allagarsi ad altre piccole frequentatrici della palestra.
Nel corso degli accertamenti sono stati acquisiti anche alcuni messaggi Whatsapp che l’uomo avrebbe inviato alle minori, dal contenuto ritenuto «rilevante». Gli episodi di violenza si sono sarebbero verificati in palestra, nel corso delle attività di allenamento e addestramento. Durante le indagini le ragazzine sono state ascoltate dagli investigatori alla presenza di una psicologa così come previsto dalla normativa in materia di audizioni di minori. Così come stabilito dalla Carta di Noto – che disciplina dal punto di vista dell’indagine penale le linee guida per l’esame dei minorenni – nel corso dell’attività d’indagine successiva le piccole potrebbero essere nuovamente sentite in un incidente probatorio.
Un istituto ritenuto indispensabile per la Carta in relazione all’esame del minore che si ipotizzi vittima di abusi, e che all’articolo 7 recita: «L’incidente probatorio è la sede privilegiata di acquisizione delle dichiarazioni del minore nel corso del procedimento». Le linee guida contenute nella Carta di Noto si prefiggono di garantire l’affidabilità delle metodologie utilizzate a partire proprio dalla raccolta della testimonianza per garantire la tutela dei diritti del minore.
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