A Paterno di Campli due giornate per chi ama il vino anche nella sua storia

Riscontri positivi per la prima edizione di “Vino Veritas”, manifestazione ideata con l’obiettivo di celebrare il vino in tutte le sue espressioni più autentiche. Visite in cantina, degustazioni e street food contadino
CAMPLI. Riscontri positivi per la prima edizione di “Vino Veritas”, manifestazione ideata con l’obiettivo di celebrare il vino in tutte le sue espressioni più autentiche. Visite in cantina, degustazioni e street food contadino hanno tenuto banco a Paterno di Campli nel weekend appena terminato. L’azienda agricola Cioti ha ospitato tre degustazioni: la prima, andata in scena sabato, è stata l’anteprima di Collinando 2025, rassegna itinerante dei vini delle colline teramane che ha previsto una conviviale con i produttori di Vinum Hadrianum, Amoenus, Tenuta Mimì, Piede Fermo e l’Orange della Cantina Cioti.
Domenica, invece, è toccato in mattinata a una degustazione verticale di “Pathernus”, Montepulciano d’Abruzzo Docg Colline Teramane Riserva della Cantina Cioti, con le annate 2004, 2008, 2010 e 2017. Il 2017 è un prodotto fresco e beverino, che si mantiene giovanissimo: può ancora esprimere il meglio, avendo ampi margini di crescita. Il vino migliore, però, è il 2010: non dimostra i suoi 15 anni e appare più maturo e gradevole, quasi di pronta beva. Il 2008 ha invece raggiunto il suo picco massimo, e infatti nella parte finale ci è sembrato un po’ seduto, quasi stanco. Sicuramente, in tal senso, l’annata 2004 ha retto maggiormente il confronto con il tempo.
A guidare i presenti sono stati l’esperto di enogastronomia Giancarlo Pierannunzi, il produttore vitivinicolo Vincenzo Cioti e il sommelier “TitoWine” Di Gregorio. Quest’ultimo ha sottolineato che “è importante la sinergia tra le varie associazioni: tutte devono avvicinare la gente al vino, perché il vino è convivialità. Il Montepulciano è un patrimonio preziosissimo, eppure ancora oggi i prezzi di vendita sono troppo bassi e, come se non bastasse, viene utilizzato per tagliare vini più “blasonati”, essendo il terzo vitigno al mondo più polifenolico”. Durante le visite in cantina Vincenzo Cioti ha spiegato che la sua azienda propone anche lo spumante, iniziato come esperimento nel 2018 con il Montonico, vitigno autoctono che si presta particolarmente alle bollicine grazie alla sua acidità. Grande attenzione, però, viene riservata a “Lureo”, preziosa varietà autoctona che dà origine a “Indigena”, un interessante Trebbiano Igt (in alternativa alla tradizionale Doc) che si collega alla riscoperta dell’antico Trebbiano campolese, coltivato in vigna accanto al Montepulciano.
Tuttavia ciò che caratterizza questa azienda, rigorosamente biologica, “è il vino cotto, una tradizione familiare”, racconta Vincenzo Cioti. “D’altronde, se è vero che all'estero esportiamo soprattutto il Montepulciano, è con il vino cotto che abbiamo conquistato il Giappone”. E, a conferma dell’intento di "Vino Veritas” di rivolgersi a chi ama il vino anche nella sua storia, c’è da dire che ieri è stato proposto altresì un vino cotto del 1875. Nel pomeriggio, infatti, è stata la volta di un assaggio alla cieca di cinque vini cotti, sempre della Cantina Cioti, in collaborazione con la Compagnia della Genziana: le annate proposte sono state quelle del 1994, 1968, 1955, 1897 e – come detto – 1875. È stato sorprendente notare che il sapore e le caratteristiche organolettiche non abbiano mai subito variazioni, anche quando bisogna andare molto indietro negli anni, segno ulteriore del fatto che la qualità contadina non conosce confini temporali e si è tramandata intatta fino a oggi.
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