A rischio 25 dipendenti Team
Gli addetti alle pulizie degli immobili sono destinati a uscire dalla società: «Che ne sarà di noi?»
TERAMO. Non vogliono restare fuori dalla Team. Mentre la politica s’interroga e si divide sul futuro della società, gli addetti del servizio di pulizia degli immobili vivono giorni di attesa e forte preoccupazione. Il loro destino, stando alle indicazioni emerse finora sul riassetto della Team, è segnato. Che diventi tutta pubblica o resti in parte privata, la società creata dal Comune dai prossimi mesi in poi dovrà occuparsi solo di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Per legge, a quanto pare, tutti gli altri servizi gestiti dalla spa, che vanno dalla segnaletica stradale alla cura del verde, compresa dunque la pulizia degli immobili, devono essere scorporati. Saranno ricompresi in una nuova società, gemella della Team, che concorrerà nelle gare d'appalto per l'assegnazione dei compiti diversi dall'igiene urbana in scadenza a fine aprile.
Per i 25 operai che quotidianamente si fanno carico della pulizia degli uffici giudiziari e comunali si tratta di una prospettiva tutt’altro che incoraggiante che si apre dopo quasi vent'anni di lavoro in condizioni precarie e disagiate. Si tratta di lavoratori assunti part time che, nella maggior parte dei casi, hanno un impiego per quattro ore giornaliere e a fine mese arrivano a guadagnare appena 600 euro. Appena cinque di loro, più fortunati degli altri, hanno contratti da sei ore al giorno e incassano 900 euro al mese.
«Lavoriamo senza alcun macchinario e con materiali al risparmio», spiegano gli operai, «costiamo davvero così tanto?». E' questa la prima di una serie di domande che i lavoratori pongono ai vertici della Team e al sindaco Maurizio Brucchi. «Qual è la spesa complessiva per questo servizio?», insistono, «costiamo più noi o i dirigenti?». Alcuni sono ex appaltisti, addetti alle pulizie che oltre vent'anni fa gestivano il servizio come incaricati esterni all'ente, confluiti nella società pubblico-privata. «La Team venne creata anche per loro, per stabilizzarli», ricordano gli operatori, «ma quanti ne restano adesso e quali posti occupano?». Il rischio è che tornino, dopo tutto questo tempo, in una situazione di totale precarietà. «Cosa succede se la nuova società non vincerà gli appalti per le pulizie?», chiedono ancora i lavoratori, «la Team è pubblico-privata o solo politicizzata?». Gli addetti alle pulizie non intendono restare con il cerino in mano mentre dirigenti, impiegati e operatori del settore igiene urbana restano in una nicchia sicura che gli garantisce il posto di lavoro. «Vogliamo restare con la Team", scandiscono, «siamo pronti a impugnare ramazze e buste della spazzature per pulire le strade». L'eventuale personale in esubero, secondo loro, andrebbe individuato tra gli ultimi assunti, salvaguardando chi come loro in attività da vent’anni e per età farebbe enorme fatica a riciclarsi altrove. I 25 lavoratori sono in attesa di essere convocati dal sindaco, ma i quesiti che hanno formulato sono rivolti soprattutto alla dirigenza della Team: «Mancano pochi mesi alla scadenza dell'appalto e nessuno ci ha spiegato ufficialmente cosa succederà dopo».
Gennaro Della Monica
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