Abbigliamento, in arrivo altri 150 licenziamenti

La Cgil: siamo alla stretta finale, entro marzo molte aziende chiuderanno lungo l’elenco dei fallimenti, l’ultimo alla Tm di Castellalto che faceva i Jeckerson

TERAMO. Tremila lavoratori in cassa integrazione straordinaria (Cigs)o contratto di solidarietà e 150 lavoratori interessati, da qui alla fine dell’anno, da procedure di mobilità, quindi da licenziamenti.

E’ il quadro del settore abbiglisamento in provincia, delineato da Emanuela Loretone della Filctem Cgil. «C’è chi dice che la crisi è finita, l’impressione invece», esordisce la sindacalista, «è che siamo alla stretta finale: da qui a marzo avverranno chiusure importanti, soprattutto in Vibrata». La sindacalista non fa i nomi, per evitare che non si chiudano definitivamente le linee di credito nelle banche. Ma parla di lavoratori che non percepiscono il salario, delle loro difficoltà «ma anche di quelle degli imprenditori che tentano disperatamente di salvare le aziende e chiedono ai dipendenti di lavorare senza stipendio, gestendo le situazioni alla giornata». Loretone descrive in quadro più che preoccupante, disperato, che una riforma degli ammortizzatori sociali fuori luogo rischia di peggiorare, visto che «rende difficile la gestione delle difficoltà aziendali e non si inserisce nella necessità del rilancio economico». L’elenco dei fallimenti è lungo. «Un paio di giorni fa si è chiuso il percorso dei dipendenti delle Confezioni Tm di Castellalto, facevano jeans anche per il marchio Jeckerson, a cui l’azienda aveva chiesto, inutilmente, di alzare il prezzo delle commesse. E ora dopo un periodo di Cigs, le 25 dipendenti sono in mobilità». La sindacalista osserva che la perdita del lavoro comporta grossi cambiamenti di vita, che penalizza soprattutto le donne e i giovani, che hanno difficoltà a ricollocarsi e a mantenersi indipendenti.

L’elenco delle aziende continua: «I risvolti della procedura fallimentare che sta affrontando la Sixty sono pesantissimi per il nostro territorio. Collegata al gruppo era la Ad Manifatture di Corropoli, che vive un forte momento di difficoltà, visto che distribuiva le commesse della Sixty: 60 persone sono in Cigs per cessazione di attività. In più c’è una miriade di piccole aziende che non ha più commesse». La sindacalista cita poi la Texile di Giulianova, faceva capi spalla di alto livello, lavorando anche per Versace. «Nonostante questo è fallita, l’udienza per la verifica dello stato passivo si è tenuta lunedì. I 31 dipendenti in Cigs per fallimento andranno in mobilità». E come non ricordare un altro marchio storico: la Casucci, i cui 35 dipendenti sono in Cigs per cessazione di attività e che non fornendo più commesse ha trascinato verso la chiusura altre piccole aziende. Da qui l’appello a «utilizzare gli ammortizzatori sociali per non perdere le professionalità dei lavoratori, rilanciando le loro capacità e competenze con la formazione».

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