Abusi sessuali sulle piccole allieve: «Le spogliava prima di pesarle»

L’istruttore di arti da combattimento e titolare di una palestra resta in silenzio davanti al giudice. Le indagini proseguono, non si esclude che possano emergere anche altre giovani vittime
SILVI. Ha scelto il silenzio. Il quarantenne di Silvi titolare di una palestra e istruttore di arti da combattimento finito agli arresti domiciliari con l’accusa di abusi sessuali su alcune allieve di 11 e 12 anni, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Roberto Veneziano. E se le successive indagini della squadra mobile potrebbero far emergere anche presunti abusi su altre piccole allieve, nella pagine dell’ordinanza di custodia cautelare le incriminazioni prendono forma nei racconti delle due bambine che si sono confidate prima con un insegnante e poi con i loro genitori facendo scattare la denuncia.
Secondo le accuse, tutte ancora da dimostrare in un eventuale processo, l’uomo in più occasioni avrebbe molestato sessualmente le minori. In entrambi i casi avrebbe fatto spogliare le bambine per pesarle. In quelle occasioni, separatamente, le avrebbe fatte salire in una stanza che si trova sopra la palestra e dopo aver chiuso la porta a chiave, le avrebbe fatte spogliare della biancheria intima prima di farle salire sulla bilancia. Cosa che, è ricostruito nelle pagine del provvedimento, non avrebbe fatto con gli allievi della stessa età fatti salire sulla bilancia con la biancheria intima.
Gli episodi di violenza sarebbero iniziati nel dicembre dell’anno scorso. La prima a raccogliere le confidenze delle ragazzine è stata una loro insegnante di scuola che, dopo aver percepito la gravità della situazione, le ha convinte a raccontare tutto ai genitori. La denuncia è stata presentata dai familiari della ragazzina di 11 anni assistiti dall’avvocato Monica Passamonti. Durante le indagini le ragazzine sono state ascoltate dagli investigatori alla presenza di una psicologa così come previsto dalla normativa in materia di audizioni di minori.
Così come stabilito dalla Carta di Noto – che disciplina dal punto di vista dell’indagine penale le linee guida che vanno seguite per l’esame dei minorenni – nel corso dell’attività d’indagine successiva le piccole potrebbero essere nuovamente sentite in un incidente probatorio. Un istituto ritenuto indispensabile per la Carta in relazione all’esame del minore che si ipotizzi vittima di abusi, e che all’articolo 7 recita: «L’incidente probatorio è la sede privilegiata di acquisizione delle dichiarazioni del minore nel corso del procedimento».
Va detto che le linee guida contenute nella Carta di Noto si prefiggono di garantire l’affidabilità delle metodologie utilizzate a partire dalla raccolta della testimonianza per garantire la tutela dei diritti del minore nell’ambito di un giusto processo.
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