Addio all’ultimo reduce della campagna di Russia 

È morto l’alpino Valentino Di Franco, a novembre avrebbe compiuto 100 anni In guerra aveva perso le gambe. Il sindaco di Isola: «Un esempio di vita per tutti»

ISOLA DEL GRAN SASSO. Gli orrori della guerra combattuta non solo contro il nemico, ma anche contro la fame e il freddo della Russia e le drammatiche conseguenze di rimanere a 20 anni senza le gambe perse per congelamento non gli avevano intaccato lo spirito e il sorriso con il quale si presentava a tutti come un uomo fortunato. Perché, nonostante tutto, era riuscito a sopravvivere alla spietatezza umana sul fronte, ai duri ricordi e a un’esistenza piena di limiti, ma che aveva trasformato in risorse.
A pochi mesi dal compimento dei cento anni è morto Valentino Di Franco, ultimo reduce di Selenyj Jar della campagna di Russia appartenente alla 108^ Compagnia del Battaglione L'Aquila. E’ l’addio di Isola del Gran Sasso, la cui frazione di San Pietro era il suo paese natale, di Monterotondo nel Lazio paese che lo aveva adottato e degli alpini di tutta Italia per un eroe di guerra e un uomo buono, onesto e dai saldi valori. Gambe amputate dal ginocchio in giù, 14 interventi chirurgici e una morte scampata nella steppa abbandonato dai commilitoni in ritirata: la sua vita dopo la guerra, nonostante la sofferenza, la definiva il paradiso. E la raccontava ai giovani, premendo sull’importanza della memoria con il suo legame indissolubile per l’Italia e per la bandiera, invitandoli nei momenti più difficili, a pensare a ciò che aveva passato.
A Monterotondo aveva svolto il mestiere di commerciante, ma appena poteva tornava a Isola per l’annuale raduno delle penne nere, e in estate per ammirare l’amato Gran Sasso. «Valentino era iscritto alla nostra sezione» racconta il capogruppo Ana sezione Isola Giulio Ciarelli, «eravamo molto legati a lui, una persona speciale con una vita straordinaria che oltre alle vicissitudini della guerra aveva subito anche la perdita di tre figli. Ma non perdeva mai la forza ed era sempre disponibile a raccontare la sua vita. Ciò che mi è rimasto impresso è quando mi raccontò il primo incontro con i genitori al ritorno dalla Russia e le lacrime di dolore della mamma nel vederlo senza gli arti inferiori».Oggi alle 15 la sua salma verrà onorata e ricordata nella chiesa di San Martino a Monterotondo dove riceverà il picchetto militare alla presenza della figlia e della famiglia, delle delegazioni Ana Isola, provinciale e regionale e da tutta Italia,della rappresentanza degli alpini in arma della caserma dell’Aquila, delle amministrazioni di Isola e di Monterotondo e delle tantissime persone che lo stimavano, che ne piangono la scomparsa e che gli hanno dedicato messaggi di cordoglio e affetto sui social. «La nostra comunità perde, con immenso dispiacere, un eroe di guerra a cui eravamo molto legati», ha detto il sindaco di Isola Andrea Ianni, «appena insediati in amministrazione siamo andati a trovarlo e gli abbiamo donato una targa per i suoi 99 anni, peccato che non abbiamo potuto festeggiare il 23 novembre il centenario. Ma resterà nei nostri cuori».
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