Alberi curati male Gli agronomi: in città troppi pericoli

L’Ordine sollecita il Comune a realizzare un piano del verde Errori anche nella scelta delle piante: una velenosa è ai Tigli

TERAMO. Gli alberi sono esseri viventi e come tali hanno bisogno di cure appropriate. Una frase tanto ovvia da sembrare scontata. A sentire il quadro tracciato dal presidente dei dottori agronomi e forestali, Marcella Cipriani, così non è, perlomeno a Teramo.

Il discorso è stato avviato in un seminario sulle tecniche di valutazione di stabilità degli alberi. Il seminario si è svolto in un posto “sensibile”: in un parco, quello del Regina Margherita, frequentato da bambini e genitori. Gli esperti hanno valutato gli alberi, così come si dovrebbe fare con tutto il patrimonio arboreo della città. «Chiederemo un incontro al sindaco», esordisce Cipriani, «per cominciare a discutere sulla qualità del verde urbano, inteso non solo come questione di pura estetica, ma soprattutto come sicurezza pubblica, in particolare quando alberature si trovano in zone frequentate, dal cimitero ai parchi. Proporremo un censimento del verde ed eventualmente un primo screening di valutazione di stabilità, almeno degli alberi nelle aree più frequentate». Il sospetto - e in alcuni casi la certezza - è che molti alberi possano cadere. Sostanzialmente perchè non hanno una manutenzione adeguata. Un caso da monitorare ad esempio è un pino nel giardino del Regina Margherita.

«Finora ci risultano praticate solo potature e comunque il Comune non ha un agronomo. Non a caso si notano interventi di “capitozzatura” (uno è avvenuto sui tigli alla Gammarana, ndr) una potatura drastica in cui si tolgono le branche e si lascia solo il tronco. E’ una condanna morte per la pianta, quantomeno una condanna all’instabilit: c'è uno squilibrio talmente forte che le radici si riducono e si creano problemi di stabilità», spiega il presidente, la quale auspica che a fare certi interventi siano ditte con certificazione europea Etw. Ma gli errori possono essere fatti anche in fase preliminare. «Quando il Comune appalta nuove piantumazioni», spiega Cipriani, «è importante che sia garantita la qualità del materiale vivaistico, le piante vanno controllate bene da un esperto. Se hanno difetti vivaistici - come radici “strozzanti”, che si attorcigliano al tronco - quando crescono avranno problemi di stabilità». L’esperto è importante anche per evitare errori come quello fatto nella piazzetta del Sole, dove ci sono dei Ginkgo biloba piantati a distanza insufficiente per il loro sviluppo. O ai Tigli, dove campeggia una Taxus baccata, le cui foglie - e soprattutto i semi delle bacche - sono velenosi. E a portata di bambino.

«Teramo non solo non ha un reale censimento, ma nemmeno un regolamento del verde: quando si fanno interventi per i sottoservizi, con scavi, non si tiene conto delle distanze da tenere dalle alberature. Magari si scava a mezzo metro dalla pianta, si massacrano le radici e dopo due anni l'albero cade», spiega il presidente. Che lancia anche un’idea per risparmiare. «Sistemare fiori nelle rotonde stradali, come accade ora, significa doverli cambiare 6-7 volte all’anno: meglio piante a basso tasso di manutenzione come le mediterranee. Una buona progettazione del verde non costa di più, anzi». Un accenno anche all’emergenza fitosanitaria, che anche a Teramo riguarda il punteruolo rosso, insetto in grado di volare per chilometri: quando una palma viene attaccata la parte malata va rimossa urgentemente e secondo il protocollo, altrimenti il contagio si estende. L’agronoma segnala che le piante dell'ospedale, davanti all’ex sanatorio, sono malate e forse qualcuna si riesce a salvare. «Ma la gestione anche delle emergenze fitosanitaria, non può essere fatta se non viene potenziato il servizio del verde», conclude.

©RIPRODUZIONE RISERVATA