Allieve abusate in palestra a Silvi, la famiglia: «Ci hanno offerto soldi per non farci denunciare»

Il caso di Silvi con l’istruttore arrestato. Il legale dei familiari rivela: “Un parente dell’indagato ha fatto avvicinare i genitori da un amico per offrire denaro”. Chieste nuove indagini sul ruolo di una collaboratrice
SILVI. L’indagine è in corso, ma sul caso del 40enne di Silvi istruttore di arti da combattimento agli arresti domiciliari accusato di abusi sessuali su due ragazzine di 11 e 12 anni i familiari di una delle parti offese chiedono ulteriori accertamenti e tramite l’avvocata Monica Passamonti, che li assiste, raccontano di essere stati avvicinati per non fare denuncia in cambio di soldi.
Dice l’avvocata Passamonti: «Presenterò una memoria alla Procura per sollecitare alcune indagini tra cui quella di verificare il perché l’istruttore quando pesava le bambine rimaneva solo. Nella palestra c’è una collaboratrice donna che conosce le bambine. Perché quando si trattava di pesarle lei usciva dalla stanza e permetteva all’istruttore di chiudersi dentro da solo? Come mai non si è opposta e come mai non ha tutelato delle minori infra14enni che per il codice non hanno capacità di intendere e di volere? Secondo noi il pm deve verificare se ci sia stato un eventuale concorso».
Lo stesso legale rivela che i genitori della bambina, dopo la denuncia, sarebbero stati avvicinati da un conoscente (su questo già sentito nel corso delle indagini, ndr) inviato da un familiare dell’indagato per offrire soldi in cambio del ritiro della denuncia. «Ritiro che, ovviamente, non c’è stato», dice l’avvocata, «la famiglia della piccola davanti a tutto quello che è successo ora chiede la giustizia di un tribunale».
L’uomo, difeso dall’avvocata Ida Nardi, nel corso dell’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere al giudice. Intanto continuano le indagini della squadra mobile (su delega della pm Elisabetta Labanti): i poliziotti in questi giorni stanno sentendo numerose persone informate sui fatti e non si esclude che dagli accertamenti in corso potrebbero emergere altri parti offese sempre tra le piccole allieve dell’istruttore. Secondo le accuse, tutte ancora da dimostrare in un eventuale processo, il 40enne in più occasioni avrebbe abusato sessualmente delle ragazzine. Tra i vari episodi contestati anche quelli di averle fatte spogliare per pesarle e di averle toccate mentre erano nude sulla bilancia. Gli episodi di violenza sarebbero iniziati nel dicembre dell’anno scorso.
Conclude l’avvocata Passamonti: «Come legale della famiglia di una minore vittima di violenza sessuale mi trovo a dover usare parole forti ma necessarie: siamo di fronte a un crimine odioso, commesso ai danni di una bambina. I fatti oggetto d’indagine non lasciano spazio a equivoci: la condotta dell’indagato evidenzia con chiarezza i tratti di un comportamento tipicamente pedofilo sia per la scelta deliberata della vittima in tenerissima età sia per le modalità in cui l’abuso è stato attuato. Il mio compito come avvocata è quello di garantire alla mia assistita non solo giustizia ma anche protezione e dignità in un processo che la riguarda profondamente ma che riguarda tutti noi come comunità».
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