Da sinistra Giannino Di Gregorio e il fratello Rolando rinchiuso a Cuba

ROSETO

Arrestato a Cuba, il fratello disperato: "Aiutatemi a riportarlo in Italia"

Giannino Di Gregorio scrive alla premier Giorgia Meloni dopo due lettere inviate a Tajani: «Sono convinto dell’innocenza di Rolando, ma bisogna agire al più presto»

ROSETO. «Non so più che fare, ho chiesto a Giorgia Meloni di occuparsi personalmente di mio fratello per cercare di riportarlo in Italia». È disperato ma non si arrende Giannino Di Gregorio, fratello di Rolando, il falegname 56enne rosetano accusato dell’omicidio dell’imprenditore calabrese Franco Sciammarella a Cuba e chiuso in un centro di detenzione a Las Tunas.

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Dopo aver inviato tre lettere, due al ministro degli Esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani e una al suo ufficio senza avere risposta, ci prova scrivendo alla presidente del Consiglio.

«Sono seriamente preoccupato per mio fratello», continua Giannino, «so come funziona la giustizia a Cuba e per questo bisogna smuovere qualcosa per cercare di riportarlo in Italia il prima possibile. Sono convinto dell’innocenza di mio fratello, non farebbe male a una mosca. Però resta accusato di omicidio ed è detenuto». Nei giorni scorsi l’avvocato cubano, messo a disposizione dall’ambasciata italiana a L’Avana, ha richiesto per la seconda volta i domiciliari dietro la presentazione di una cauzione, sperando che il giudice accolga l’istanza. «Lo spero tanto», aggiunge il fratello di Rolando, «anche perché così avrebbe la possibilità di tornare a lavorare, anche se è costretto comunque a restare a Las Tunas. Ma è molto difficile». Le indagini a Cuba vanno per le lunghe e il tempo, che passa inesorabile, non aiuta. Da un lato c’è l’accusa di omicidio, che costringe Di Gregorio a restare nel centro di detenzione in attesa del processo, ma dall’altro c’è la versione dei fatti fornita dal falegname 56enne e confermata anche da due testimoni, un suo amico e un ex poliziotto cubano in pensione.

Secondo Di Gregorio, che è riuscito a scrivere la sua verità solo il 25 marzo scorso e ha inviato una lettera all’ambasciata italiana a Cuba, ai carabinieri di Pineto e alle altre autorità competenti, avrebbe sì dovuto restituire dei soldi a Sciammarella, ma non per un prestito. Avrebbe infatti dovuto realizzare delle porte per l’imprenditore calabrese e quest’ultimo gli avrebbe dato 120mila pesos. Di Gregorio, non avendo fatto il lavoro, voleva restituire la somma in valuta locale, mentre Sciammarella li avrebbe pretesa in euro. Da qui la lite nella quale, però, Di Gregorio sarebbe stato aggredito dall’imprenditore e lo avrebbe spinto per allontanarlo, Quest'ultimo, dunque, ha battuto la testa a terra.