Asl, Varrassi per ora non si arrende

Il manager licenziato dalla Regione non si dimette, pioggia di critiche di Rabbuffo (Fli), Ruffini, Di Luca e Monticelli (Pd)

TERAMO. La Regione è già alla ricerca di un nuovo direttore generale. Anzi tre. La giunta regionale, oltre all’avvio delle procedure di “lice nziamento” per Giustino Varrassi, ha anche deliberato la riapertura dei termini del bando per entrare a far parte della lista di papabili direttori generali, aggiornando i requisiti alla luce del decreto Balduzzi. La Regione infatti si trova a dover nominare, d’un solo colpo, tre manager. Oltre a Varrassi, il direttore generale dell’Aquila, Giancarlo Silveri, ha presentato le proprie dimissioni, mentre quello di Chieti, Francesco Zavattaro, scadrà a fine dicembre. I tre nuovi direttori generali resteranno in carica da tre a cinque anni, cioè ben oltre la vita tecnica della giunta Chiodi.

Per il “fronte” teramano si fa sempre più concreta l’ipotesi di un braccio di ferro fra Varrassi e la Regione. Probabile dunque la presentazione delle controdeduzioni del direttore generale entro 10 giorni e poi una battaglia legale in caso di rescissione del contratto.

E proprio di questa ipotesi parlano i consiglieri regionali del Pd Peppino Di Luca e Claudio Ruffini. «Se la giunta avesse deciso il 29 agosto di non riconfermare Varrassi oggi non si troverebbe nell’imbarazzante situazione di dover subire anche un ricorso dello stesso. Con un po’ di soddisfazione rivendichiamo la battaglia svolta dal Pd ed oggi è chiaro a tutti i teramani che la nostra campagna non era strumentale ma era assolutamente circostanziata nei fatti». Ruffini e Di Luca auspicano «che si proceda celermente alla scelta del nuovo manager e questa volta pretendiamo che sia una persona autorevole, neutrale e soprattutto apartitica».

Il capogruppo di Fli, Berardo Rabbuffo, osserva che «fino a pochi giorni fa Varrassi era difeso da tutto il Pdl teramano, era considerato bravo ed efficiente, anche perché era il manager delle formidabili promozioni dei medici iscritti al Pdl come lo stesso sindaco Brucchi. Era anche il manager della promozione di un assessore Pdl al Comune di Teramo, costretto a dimettersi per una scomoda vicenda giudiziaria legata proprio alla Asl di Teramo. Il precedente è importante perché forse è l’unico caso in cui un dipendente accusato di peculato viene promosso dalla stessa azienda pubblica danneggiata. Adesso però la situazione è imbarazzante. Un reparto chiuso, quello di un altro consigliere comunale di Teramo ed un nuovo avviso di garanzia. Questo è troppo, bisogna scaricare Varassi e far ricadere tutte le colpe su di lui. Così i politici pensano di uscirne puliti. Varrassi va lasciato solo! A questo punto è lecito chiedersi se veramente il manager della Asl di Teramo è l’unico responsabile. Mi chiedo, infatti, se Varrassi al momento della nomina conoscesse già tutti i personaggi che sono stati gratificati con le varie promozioni o se a lui furono segnalati proprio da chi lo aveva selezionato per quel posto». Rabbuffo chiede a Varrassi di chiarire questi aspetti anche per non farsi «utilizzare una seconda volta!».

Infine il sindaco di Pineto, Luciano Monticelli rimarca: Avevamo ragione a sostenere che il Pdl stava perdendo la rotta: dopo tante accuse nei miei confronti, i fatti hanno dimostrato che ogni nostra singola parola corrispondeva alla verità. Quando ero io a incolpare Varrassi mi sono sentito accusare, anche pesantemente, dal Pdl teramano, che mi ha umiliato sostenendo che la mia battaglia per salvare il San Liberatore fosse esclusivamente campagna elettorale».

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