Benvenuti nei reparti-forno degli ospedali di Atri e Teramo

Niente condizionatori a medicina di Atri e al sesto piano del Mazzini: le testimonianze dei pazienti lasciati al caldo

TERAMO. All’ironia della Asl i pazienti rispondono con la rabbia. Dal terzo piano dell’ospedale di Atri, reparto medicina, una donna chiama in redazione e sbotta: «Qui ci sono malati di cuore e la temperatura in corsia è di 40 gradi! Siamo bestie. Infermieri e medici sono eccezionali, ma come fanno a lavorare in un forno? Il paradosso è che l’impianto per l’aria condizionata esiste, ma è fermo per un cavillo burocratico». Dal sesto piano dell’ospedale Mazzini di Teramo invece raccogliamo una testimonianza che vale più di ogni altro intervento, anche del comunicato che la Asl ha diramato due giorni fa, facendo della facile e inopportuna ironia verso chi (Robert Verrocchio) si faceva portavoce dei malati di geriatria a Giulianova che si portano i ventilatori da casa. Ma saliamo al sesto piano: «Assurdo. Sono tornata al controllo della mia ferita stamane in ambulatorio, sperando che la situazione fosse cambiata dall'ultima volta, ma mi sono trovata in una sorta di fornace insostenibile. L'infermiera era sola, cercava stoicamente di accontentare tutti come poteva, ma era una situazione assurda. Ad un certo punto è stata perfino aggredita (come se fosse colpa dell'infermiera) da un paziente, un omone, che infieriva dicendole che lui non poteva aspettare in un 'forno crematorio'. Ho provato a dire qualcosa a difesa della povera infermiera sudatissima e sola, ma l'omone se n'é andato blaterando. Ma come si puó lavorare in quelle condizioni? Cos'é diventato il nostro ospedale? Neppure gli animali si trattano cosí. Mentre aspettavo, si sentiva concitazione per una paziente che ha avuto un malore, uno svenimento per il caldo; allora l'infermiera ha cercato di lasciare aperta la porta per tentare di darle un po' di sollievo ma a quel punto la puzza, sí la puzza, ci ha avvolti e ci stavamo sentendo male anche noi lí fuori. È indegno di un paese civile. Mi chiedo se i dirigenti della Asl lavorano nei loro uffici nelle stesse condizioni di quella poverina al VI piano. Ma chi controlla queste situazioni? Perché nessuno provvede? Sono mesi che si dice, si legge, si denuncia e la situazione stamane ha davvero toccato il fondo. Le condizioni in cui dobbiamo vivere la nostra malattia e quelle in cui quell'infermiera svolgeva il suo lavoro sono indegne di un paese civile».

La lettera finisce qui: è pubblicata sul sito I Due Punti, in prima linea contro la sanità che non va. Al sesto piano dell’ospedale di Teramo c’è l’ambulatorio chirurgico per il controllo delle stomia: non è un luogo di villeggiatura, ma di dolore, sofferenza e speranza. Anche per questo ed altri casi, Giancarlo Falcone e Valdo Di Bonavenura raccolgono firme: oggi saranno a Basciano, dalle 18 alle 23; domani al Ceppo Rocca Santa Maria, sempre dalle 18; sabato, dalle 8,30, a Nerito e dalle 18 a Castellalto; lunedì, dalle 18 alle 24, a Torano; giovedì 15 agosto, alla Fiera di Ronzano ( Castel Castagna); venerdì 16 agosto ad Alba; sabato 17, dalle 8, a Fano Adriano e poi, dalle 18 a San Vito di Valle Castellana.