Bimba morta, guerra di perizie

Il consulente del tribunale: difficilmente si sarebbe potuta salvare

TERAMO. Guerra di perizie sulla morte di Maria Teresa Nallira, la bambina di sei anni di Montorio stroncata da una leucemia fulminante. A due anni da quella tragedia i genitori non hanno ancora delle risposte. Il perito nominato dal gip Marina Tommolini sconfessa il consulente della procura per il quale la piccola con una diagnosi tempestiva sarebbe ancora viva. Secondo Paolo Pierani, primario del centro regionale di oncoematologia pediatrica dell'ospedale Salesi di Ancona, non ci sono mai state tante probabilità di salvezza visto il decorso violento della malattia e la diagnosi fatta dai due medici indagati non sarebbe stata tardiva. Non solo. Per il perito del tribunale, inoltre, la terapia somministrata alla piccola nel reparto di ematologia dell'ospedale di Pescara, dove venne trasferita dal Mazzini dopo la diagnosi di leucemia, sarebbe stata troppo aggressiva.

Il medico, che ieri ha relazionato nel corso di una nuova udienza preliminare, sostiene che i sintomi con cui la bimba arrivò al pronto soccorso dell'ospedale teramano non erano tali da poter far sospettare un caso di leucemia. Una nuova udienza è stata fissata per il 2 luglio: sarà un confronto tra tutti i periti. «Sono amareggiato e non condivido questa perizia», è il commento dell'avvocato Vincenzo Di Gialluca, che rappresenta i genitori della piccola. Il sostituto procuratore Davide Rosati, titolare del caso, ha chiesto il rinvio a giudizio per due pediatri, all'epoca dei fatti entrambi in servizio all'ospedale Mazzini, per omicidio colposo. Uno dei due, inoltre, è indagato anche per falso ideologico e materiale. Secondo l'accusa avrebbe manomesso la cartella clinica: per questo è già stato sospeso due mesi dal lavoro.

Entrambi i medici (difesi dagli avvocati Lino Nisii e Mauro Calore) seguirono il caso della piccola. La storia di Maria Teresa Nallira, la bambina di 6 anni di Montorio, iniziò il 26 febbraio del 2008 quando accusò mal di pancia e sonnolenza. Venne immediatamente portata all'ospedale di Teramo e visitata al pronto soccorso e in pediatria. I medici la rimandarono a casa sospettando un virus intestinale. Le condizioni della piccola non migliorarono e due giorni dopo i genitori la riportarono in ospedale. La bimba venne nuovamente visitata in pediatria e dimessa con la stessa diagnosi. Ma le sue condizioni peggiorarono. Il giorno dopo i genitori la riportarono ancora una volta in ospedale e la bimba venne ricoverata. Solo nel tardo pomeriggio venne fatto il primo prelievo di sangue che evidenziò valori altissimi di globuli bianchi. La piccola venne immediatamente trasferita nel reparto di ematologia di Pescara dove, nonostante le cure, morì il 6 marzo. Il nonno della bimba più volte ha protestato davanti all'ospedale. E anche ieri, così come fanno da mesi, i genitori e il nonno erano presenti in aula.

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