Bloccati per sei ore nel pronto soccorso

Un'altra giornata di caos all'ospedale, anche la privacy dei referti viene violata

TERAMO. «Sono qui dentro da questa mattina alle nove e non so a che ora potrò effettuare la visita e soprattutto quando potrò uscire». Sono queste le parole di un anziano che staziona da oltre sei ore nella sala d'attesa del pronto soccorso dell'ospedale Mazzini di Teramo. Sono le tre del pomeriggio e la stanza è piena di pazienti che attendono il proprio turno.

Qui negli ultimi tempi le lunghe attese sono diventate un'estenuante routine. C'è chi risolve rebus e parole crociate, chi oramai rassegnato esce fuori nell'atrio per prendere un caffè e chi si è addormentato sulla sedia.

C'è poi chi, soprattutto i più anziani, passa l'intera giornata bloccato su di una sedia a rotelle in attesa di essere visitato. Una situazione sempre più critica. Negli ultimi giorni si sono create file interminabili e molti pazienti sono stati parcheggiati per diverse ore sulle barelle lungo il corridoio del pronto soccorso stesso. Diverse sono state le lamentele causate da un sovraffollamento che si è fatto quasi insostenibile.

Una lentezza che sembra essere causata da diversi fattori. Da un lato l'impossibilità, da parte degli operatori, di poter sopperire a tutte le richieste a causa della carenza di personale.

Dall'altro ci sono i problemi organizzativi, dovuti anche dall'accentramento verso l'ospedale di Teramo di diversi servizi, che contribuiscono ad accrescere l'ingolfamento.

Altro problema, denunciato dai pazienti, è quello della privacy. A volte si vedono recapitare i referti in situazioni non consone e alla presenza di altre persone che sono in attesa del proprio turno. Referti che, spesso, arrivano in ritardo contribuendo a rallentare ulteriormente il flusso.

Oltre ai pazienti in attesa di farsi visitare, infatti, le sale sono riempite da coloro che aspettano i risultati di esami ed analisi. La criticità della situazione ha portato gli operatori sanitari del pronto soccorso ad effettuare, nel pomeriggio di ieri, una riunione straordinaria per tentare di trovare una soluzione ai disservizi.

Operatori che per prima cosa vorrebbero essere tutelati dalle critiche piovute in questi giorni e che non vorrebbero rappresentare il capro espiatorio. «Noi siamo a contatto con i pazienti», ha detto uno di loro, «e, ovviamente, siamo i primi a ricevere le loro lamentele, ma qui il problema è soprattutto organizzativo».

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