Campus universitario intitolato a Spaventa

11 Maggio 2014

D’Amico: le porte d’ingresso principali saranno dedicate a ai martiri della Resistenza Capuani e Orsini

TERAMO. Il campus universitario di Coste Sant’Agostino sarà intitolato, con ogni probabilità, a Silvio Spaventa. Questa è l’ipotesi che il rettore Luciano D’Amico porterà in approvazione alla prossima seduta, il 20 maggio, del senato accademico. «Non possiamo più chiamare le nostre sedi con i nomi dei quartieri. Così abbiamo chiesto alle varie facoltà di individuare studiosi di prestigio, possibilmente abruzzesi, a cui intitolare le sedi», spiega il rettore.

E in effetti Spaventa fu patriota e uomo politico, nato a Bomba nel 1822 e morto a Roma nel 1893, fratello di Bertrando. Per la sua attività antiborbonica fu condannato a morte, pena tramutata nel 1852 in ergastolo e nel 1859 in esilio perpetuo. Dopo l'unità d'Italia, dal 1861 al 1889, fu deputato, consigliere di Stato e ministro dei Lavori pubblici. Ispirandosi a Hegel, Spaventa vide nello Stato l'organo supremo destinato a impersonare la coscienza direttiva della nazione. E’ proprio questo aspetto che ha convinto il rettore: «oltre che deputato del Regno e giurista insigne, ha creato la struttura amministrativa dello Stato d'Italia».

Ma il progetto è ancora più ampio. Uno dei problemi dei due fabbricati lunghi e stretti che costituiscono il campus riguarda la progettazione della struttura, un susseguirsi di corridoi e scalinate e porte tutte uguali, in cui è difficile orientarsi. Difficile anche capire quali siano gli ingressi e quali siano le porte esterne non in uso, chiuse a chiave. «Vogliamo intitolare gli ingressi principali ai martiri della Resistenza, Mario Capuani ed Ercole Vincenzo Orsini. Così come quelle principali interne: ho chiesto alle varie facoltà di darci delle indicazioni. Giurisprudenza ha scelto Luca da Penne Marino da Caramanico, Melchiorre Delfico, Francesco Filomusi Guelfi e Giuseppe Capograssi». Scienze politiche deve ancora decidere a chi intitolare le sue tre porte, così come il polo scientifico (4 porte) e Scienze della comunicazione (3 porte).

«Tutto questo fa parte del processo di rafforzamento dell'identità dell'università a Teramo, che vuol essere sempre più parte integrante del territorio e del suo tessuto culturale. Intendiamo identificare le nostre sedi e i punti di riferimento non più con nomi di strade o di quartiere, ma con riferimento a esimi studiosi che si sono contraddistinti nelle diverse aree in cui opera l'ateneo», conclude D’Amico. (a.f.)

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