Carcere, non è cambiato nulla

Dopo l’audio sul pestaggio in cella 50 detenuti malati psichiatrici.

TERAMO. Stessi cancelli, stesse sbarre. E dentro gli stessi problemi: il sovraffollamento, la carenza di agenti, il freddo. Niente sembra cambiato a Castrogno, 15 giorni dopo la vicenda dell’audio-shock sul presunto pestaggio di un detenuto, diventato un caso nazionale. Ora si riaccendono i riflettori sul carcere di Teramo. A risvegliare l’attenzione è la visita di una delegazione del Pd. Delegazione guidata dal deputato Tommaso Ginoble e dai consiglieri regionali Claudio Ruffini e Peppino Di Luca. «E’ stata un’esperienza di vita» ha commentato Ginoble all’uscita, «la situazione è complicata: c’è un’incredibile carenza di personale e per questo credo la polizia carceraria vada elogiata. La struttura mostra poi i segni del tempo e la mancanza di servizi minimi».

I NUMERI. Oltre alle condizioni di vita a Castrogno non sono cambiati neanche i numeri: oltre 400 i detenuti a fronte di una capienza di 250, solo 140 gli agenti, quando ne servirebbero almeno altri 40. Il risultato è che si sta stretti e male: le celle pensate per un detenuto ne ospitano almeno due, gli agenti sono costretti a turni massacranti, basti pensare che sono oltre 2.700 i giorni di ferie del 2009 dei quali non hanno potuto usufruire.

IL RACCONTO. «C’è solo un piccolo cortile», ha raccontato Ruffini «dovrebbe essere per cinquanta persone, invece deve bastare per molte di più. E poi c’è una grande stanchezza del personale, è normale che a volte possa mancare la serenità. Ma da una petizione firmata dai detenuti abbiamo potuto constatare che c’è un clima di buona convivenza tra loro e gli agenti». Di un clima tutto sommato tranquillo ha parlato anche Ginoble aggiungendo che il carcere di Castrogno può offrire un particolare servizio sanitario a molti detenuti con particolari patologie, grazie alla vicinanza con l’ospedale e per questo molti vi vengono trasferiti anche da altre strutture. Ma non a tutti il carcere riesce a dare la giusta assistenza: è il caso dei circa 50 reclusi che hanno problemi psichiatrici e vivono fianco a fianco con gli altri, senza la possibilità di essere curati in una struttura specializzata. Anche questo non è cambiato a Castrogno dopo lo scossone che ha portato a Castrogno il commissario Sabatino De Bellis, inviato dal ministero per sostituire il comandante della polizia penitenziaria Giuseppe Luzi, rimosso dopo l’esplosione della vicenda.

LE PROPOSTE. Due proposte sono arrivate infine dagli esponenti del Partito Democratico: la volontà di richiedere fondi regionali per la formazione dei detenuti e la possibilità di farli lavorare in impieghi di pubblica utilità, come è avvenuto in passato per la pulizia del lungofiume.