Carcere sovraffollato, il sindaco chiede un’ispezione del ministro

D’Alberto scrive al Guardasigilli Nordio: «Aggressioni continue, situazione difficile per i poliziotti» I detenuti ospitati sono 422 a fronte dei 255 previsti, in 200 hanno diagnosi di disturbi psichiatrici
TERAMO. L’emergenza del carcere teramano, con il suo sovraffollamento di detenuti e il numero ridotto di agenti di polizia penitenziaria, si trascina da anni. In un silenzio spettrale rotto solo dagli appelli, caduti sempre nel vuoto, dei sindacati dei poliziotti. Per dare un senso ai numeri basti pensare che nell’ultima inaugurazione dell’anno giudiziario il presidente della Corte d’appello Fabrizia Francabandera ha citato il carcere di Castrogno come una delle situazioni più difficili del distretto .
A ribadirlo il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto che ha scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio per chiedere una ispezione con tutti i parlamentari abruzzesi. Lo stesso D’Alberto negli anni scorsi si era rivolto anche al precedente ministro Alfonso Bonafede per sollecitare interventi. Mai arrivati. «Confidando nella sua profonda sensibilità istituzionale», scrive il primo cittadino al Guardasigilli Nordio, «e nella consapevolezza che una società democratica non può prescindere da una effettiva rieducazione sociale dei detenuti, il territorio attende un riscontro effettivo e urgente a queste problematiche».
Castrogno attualmente ospita 422 detenuti a fronte dei 255 previsti dalla capienza regolamentare. Di questi 422, 200 hanno diagnosi di disturbi psichiatrici. «Nel penitenziario teramano», scrive ancora D’Alberto, «la situazione peggiora di giorno in giorno. Le aggressioni ai danni degli agenti, i tentativi di suicidio da parte dei detenuti – questi ultimi sventati solo grazie alla professionalità e alla prontezza del personale della polizia penitenziaria – la rabbia per un sovraffollamento che non permette al nostro carcere di rispondere a quella funzione riabilitativa che gli viene assegnata dalla Costituzione creano una situazione di negazione del rispetto della dignità umana sia per quanto riguarda o detenuti sia per quanto riguarda il personale. Una situazione insostenibile, ancor di più se si considerano tutti i servizi istituzionali in capo alla polizia penitenziaria, che prevede anche le traduzioni dei detenuti. A Teramo solo nel 2022 ne sono state effettuate 1.209 con una media di circa 100 al mese. Il risultato di questa situazione è l’aumento delle situazioni di tensione all’interno del carcere tra i detenuti e l’impossibilità, per gli agenti di polizia penitenziaria, di svolgere con serenità il proprio lavoro. Oltre ad essere costretti a turni di servizio di 9 e 12 ore continuative, ognuno di loro registra un numero altissimo di ore straordinario e una media di 2,5 anni di ferie residue».
D’Alberto chiede interventi urgenti per aumentare il numero degli agenti di polizia penitenziaria. Il primo cittadino sollecita anche il potenziamento «del numero di psicologi impegnati nell’area trattamentale il cui lavoro è essenziale nel percorso di recupero dei detenuti. Attualmente ne sono in servizio solo tre che svolgono attività per una cinquantina di ore a testa al mese».(d.p.)
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