Maltratta e picchia il padre, a processo un trentenne: «Voleva i soldi per la droga»

Un 30enne teramano, al termine dell’udienza preliminare, è stato rinviato a giudizio con le pesanti accuse di maltrattamenti aggravati dall’età della vittima e di estorsione
TERAMO. Per mesi avrebbe picchiato e maltrattato il padre 80enne per farsi consegnare soldi da usare per acquistare cocaina. Un 30enne teramano, al termine dell’udienza preliminare che si è svolta davanti al gup Marco Procaccini, è stato rinviato a giudizio con le pesanti accuse di maltrattamenti aggravati dall’età della vittima, quindi dalla minorata difesa, e di estorsione. Secondo l’accusa i fatti sarebbero andati avanti per molti mesi durante la convivenza dell’uomo con l’anziano genitore dopo la morte della madre. In più occasioni, sempre secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe colpito il padre con schiaffi e minacciato di morte estorcendogli somme di denaro.
Le minacce, sempre secondo l’accusa, avrebbero riguardato anche fratelli e sorelle che vivevano in un’altra città e che in più occasioni sono intervenuti a difesa dell’anziano genitore. È andata avanti fino a quando l’ultimo violento episodio ha fatto scattare la denuncia ai carabinieri da parte dell’anziano. Che quando si è reso conto che nulla sarebbe cambiato ha denunciato il figlio: così sono scattate le procedure previste con il Codice Rosso con l’avvio delle indagini e il successivo provvedimento di allontanamento dalla casa familiare.
Il padre ai carabinieri ha raccontato del clima di terrore in cui era costretto a vivere dal figlio, delle minacce e delle botte che sono andate avanti anche dopo la concessione di piccole somme di denaro. (d.p.)