Cava parla in tv: «Dovevo ripristinare la legalità»

10 Maggio 2014

L’ex comandante dà per la prima volta la sua versione dei fatti ma suscita solo polemiche. Il comitato dei multati torna a chiedere l’intervento del prefetto

ROSETO. «Ho sentito il dovere di ripristinare la legalità». Dopo quattro mesi di silenzio esce allo scoperto l’ex comandante della polizia municipale di Roseto Tarcisio Cava e lo ha fa al microfono di Adorno Corradini, inviato della trasmissione televisiva Mi manda Rai3, andata in onda in diretta ieri mattina dal parco della villa comunale. «Avevo notato che non si riscontravano molte infrazioni in prossimità dei semafori», ha spiegato Cava, facendosi però oscurare il volto per non essere riconosciuto in video, «così mi sono chiesto: ‘possibile che siano tutti così corretti? A questo punto ho fatto attenzione e ho notato che molti automobilisti non rispettavano le regole, quindi ho ritenuto che non fosse giusto lasciarli andare senza multarli».

Questa, dunque, l’origine delle 1.262 multe, tutte rilevate dal maggiore Cava in persona, comandante dimissionario del corpo, appostato in due punti ben precisi: il semaforo di piazza Ungheria e quello lungo la statale 150 all’altezza di Campo a Mare. Tre le tipologie delle infrazioni al codice della strada riscontrate : attraversamento dell’incrocio con il semaforo rosso; uso del telefonino al volante; guida senza cinture. Ma come ha fatto un uomo da solo a rilevare così tante infrazioni in un arco di tempo relativamente breve (dal 10 ottobre al 12 dicembre 2013)?

«Mi sono dotato di una telecamera», ha spiegato lo stesso Cava, «e ho filmato le automobili in transito. Poi, una volta rientrato nel mio ufficio, ho esaminato tutte le registrazioni individuando le infrazioni commesse». Questo spiegherebbe anche come sia potuto accadere che siano state rilevate 35 violazioni in appena 28 minuti, con la punta di sette infrazioni in tre minuti. Le dichiarazioni di Cava hanno avuto un effetto dirompente nello studio dove la giornalista Elisa Di Gati, conduttrice della trasmissione, aveva numerosi ospiti. «È allucinante la procedura illustrata dall’ex comandante», ha infatti sottolineato Mario Rossi, giornalista di Quattroruote, «si tratta di forzature che vanno al di là del codice stradale, per di più si lascia che l’automobilista continui a commettere infrazioni senza fermarlo sul momento proprio perché la procedura adottata non consentiva di farlo».

Secondo i presenti, il vero movente dell’ondata di multe sarebbe da ricondurre al fatto che mancavano all’appello somme importanti rispetto alle previsioni di bilancio. Cioè, all’inizio dell’anno l’amministrazione comunale di Roseto prevedeva di incassare 450mila euro con le multe, ma a settembre le entrate relative a quella voce risultavano di appena 200mila euro. Quindi era necessaria un’accelerazione decisa, così l’ex comandante ha pensato di ricorrere a questo stratagemma. «Basta mettere in bilancio somme alla voce multe», ha protestato dallo studio Rosario Trefiletti, rappresentante di un’associazione di consumatori, «perché questo di fatto legittima dei veri e propri agguati ai danni degli automobilisti, da parte di chi, al contrario, avrebbe il compito di prevenire le infrazioni al codice della strada». Nel corso della trasmissione è stato sollevato l’aspetto relativo a coloro che hanno già pagato le multe, i quali non avranno alcuna possibilità direcuperare i soldi sborsati, anche nel caso di un intervento della procura, che nel frattempo ha aperto un’indagine ipotizzando i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico nei confronti dell’ex comandante Cava. «Faccio un appello al prefetto perché intervenga», ha sottolineato Michele Petrosino, portavoce del comitato presente ieri alla diretta di Rai Tre, il quale si sta occupando anche delle pratiche per i ricorsi dei multati di Roseto «affinché si metta la parola fine a una vicenda che rischia di creare non pochi danni a Roseto».

Federico Centola

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