Centro Alzheimer, il Comune vince la causa legale con i frati

Il giudice respinge la richiesta di possesso dei terreni da parte del Santuario della Vergine di Pompei Non è colpa dell’ente se i lavori non sono finiti in 10 anni come chiese nel testamento la vedova Parere

GIULIANOVA. In un’aula di tribunale una risposta alle esigenze dei malati di Alzheimer e dei loro parenti. La contesa fra il Comune (e quindi la Asl) e il Santuario della Beata Maria Vergine di Pompei si è risolta in favore del primo: il giudice onorario del tribunale di Teramo, Carla Fazzini, con una sentenza del 10 settembre ha respinto la richiesta dei religiosi, che in base a un legato di Costanza Panella, vedova Parere, rivendicavano la proprietà del terreno in prossimità di bivio Bellocchio.

Tutto nasce nel 1981 quando la vedova Parere – che morì lo stesso anno – dispose che dopo la sua morte alcuni terreni e la villa prospiciente la statale 16 andassero al Comune di Giulianova, a patto che entro 10 anni vi venissero realizzati, nei primi una casa albergo per anziani intitolata al figlio Eurialo Parere e nella seconda una scuola materna intolata all’altro figlio Giannino. In caso di inerzia da parte del Comune i beni sarebbero stati destinati al santuario.

La realizzazione della scuola materna non andò a buon fine: il provveditorato agli studi non concesse il trasferimento di una sezione nella villa, ristrutturata dal Comune. Per quanto riguarda la casa per anziani, il Comune avviò tutte le procedure per mettere in condizione la Asl di iniziare l’opera e nel 1996 questa approvò il progetto esecutivo, poi nel 1998 appaltò i lavori alla Icopp srl di Chieti. Nel frattempo la Regione, nel 1994, aveva assegnato 5 miliardi e 300 milioni di lire per costruire la residenza sanitaria assistenziale per anziani.

Nel Duemila ci fu un accordo transattivo in cui il Comune riconosceva al santuario la proprietà dei beni legati alla scuola materna, ma concordava uno slittamento al 2006 dei tempi per la realizzazione della Rsa, visti gli intoppi burocratici. Che si moltiplicarono anche dopo, visto il fallimento dell’impresa edile e quindi la necessità per la Asl di aggiudicare i lavori a un’altra ditta. Ma nel 2006 il santuario citò il Comune davanti al tribunale rivendicando il terreno della Rsa.

Il sindaco di allora, Claudio Ruffini non diede la questione per persa: intuì che c’erano ottime possibilità di vincere in giudizio e il Comune si costituì - rappresentato dall’avvocato Carlo Del Torto – sostenendo che i ritardi non c’erano stati per dolo o per colpa dell’ente, ma per eventi indipendenti dalla sua volontà. Il giudice ha sostanzialmente accolto questa tesi, supportata anche dal fatto che secondo testimonianze e perizie nel 2006 l’opera era realizzata al 76% e c’erano da completare più che altro gli impianti. Da qui il rigetto dell’istanza del santuario, condannato a pagare anche 14mila euro di spese. C’è da dire che nel frattempo la Asl stava tentando un accordo economico con il santuario, che pare pretendesse 450mila euro per recedere dalla causa, che poi ha perso.

La sentenza arriva a pochi giorni dall’arrivo del nuovo manager della Asl, Roberto Fagnano, che è stato già informato degli ultimi sviluppi e pare intenzionato ad aprire al più presto il centro. Peraltro la Asl ha già provveduto ad affidare la gestione della struttura a un’Ati (associazione temporanea d’impresa) di cui fa parte anche la cooperativa Filadelfia: sono previsti infatti 70 posti di lavoro.

Soddisfazione per l’esito della vicenda da parte della lista Giulianova Rinasce. Il capogruppo Gianluca Antelli osserva: «il nostro territorio potrà finalmente ospitare una struttura unica in Abruzzo, capace di accogliere cinquanta malati di demenza senile, alleviando così il disagio delle famiglie e nello stesso tempo creando una opportunità occupazionale per diverse decine di operatori del settore».

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