Chiambretti teste per la drag queen

Parte il processo del commesso licenziato perché si veste da donna

TERAMO. Piero Chiambretti e Federica Panicucci citati come testimoni nell’udienza civile per il licenziamento della drag queen, in programma questa mattina al tribunale di Teramo davanti al giudice del lavoro Giulio Cruciani.
I due noti personaggi televisivi, che nelle loro trasmissioni hanno ospitato Giuseppe Starace, 34enne commesso di giorno e drag queen di notte con il nome di Lady Limocella, sono stati citati dalla società che contesta all’uomo di essersi esibito durante un periodo di malattia. Questa mattina il giudice dovrà esprimersi sul ricorso urgente presentato da Sigmar Frattarelli, legale dell’uomo, che chiede l’immediata reintregra sul posto di lavoro. Va ricordato che c’è stato anche un tentativo di conciliazione alla direzione del lavoro che però è fallito. Giuseppe Starace, il cui caso è finito sulle prime pagine di tutti i giornali, è stato licenziato con due lettere.

Esattamente venti giorni dopo la prima lettera con cui l’azienda gli contestava di essersi esibito durante un periodo di malattia, Giuseppe ha ricevuto una seconda lettera di licenziamento (datata 14 gennaio) con cui gli viene addebitata un altra esibizione come drag queen, sempre durante il periodo in cui era in malattia per i postumi di un incidente stradale. «Questa volta l’episodio a cui si fa riferimento è palesemente falso», dice Frattarelli, «in quella data, cioè il 4 dicembre, Giuseppe non si è mai esibito nel locale di Giulianova che viene citato nella seconda lettera di licenziamento. Nel ricorso al giudice abbiamo impugnato entrambi i provvedimenti, chiedendo la procedura d’urgenza. Rimaniamo convinti che si tratti di un provvedimento illegittimo e per questo ne chiediamo la revoca».

La società, una catena commerciale di prodotti per la pulizia della casa con punto vendita anche a Tortoreto, attraverso il suo legale Sabatino Ciprietti, ha più volte respinto le accuse di discriminazione, ribadendo che il provvedimento di licenziamento è scaturito solo ed esclusivamente dal fatto che al momento dell’esibizione il commesso era in malattia. Ma per il legale di Giuseppe «la motivazione del licenziamemto è veramente incredibile e a sfondo palesemente discriminatorio. L’azienda si giustifica dicendo che il lavoratore, stando in malattia, non poteva esibirsi in discoteca. Ma si tratta solo di un pretesto per poter licenziare poichè una semplice e breve esibizione canora in una serata, al di fuori dell’orario di reperibilità, non può essere motivo di licenziamento e fa capire quello che è stato il reale motivo».

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