Chiudono 24 uffici postali, via ai tagli nel Teramano  

Vittime “eccellenti” Silvi paese, Cologna, Montepagano, Poggio Morello. Ridotti anche i postini, a Teramo 10 in meno

TERAMO. Decretata la fine di 24 uffici postali in provincia di Teramo. La decisione è stata adottata l’altroieri, al termine di un duro confronto con i sindacati. Inizialmente il numero di sportelli da tagliare, secondo il piano delle Poste, era di 30. Ma ne sono stati “salvati” sei, quelli di Faraone, Poggio San Vittorino, Rocche di Civitella, VIlla Petto e Guardia Vomano. Per gli altri 24 non c’è stato nulla da fare. Il piano di tagli partirà già dal 2012 ma si prolungherà anche nel 2013.

Nell’elenco di uffici postali destinati alla soppressione ci sono anche vittime “eccellenti”: spiccano le chiusure degli sportelli di Silvi Paese, di Cologna Paese, Poggio Morello, Miano, Notaresco stazione, realtà certamente non secondarie in ambito provinciale. «Ci sono centri come Poggio Morello, Campovalano o Silvi Paese o Miano», commenta Tonino Di Diodoro, segretario territoriale di Uil Poste, «che sono difficili da immaginare senza l’importante riferimento dell’ufficio postale, l’alternativa poteva essere una razionalizzazione (cioè una riduzione dei giorni di apertura, ndr). L’unico spiraglio è costituito dalla possibilità di evitare le chiusure se intervengono convenzioni con enti locali che possano favorire lo sviluppo del business di Poste italiane, come in pratica è avvenuto in Toscana, in cui la Regione ha fatto una convenzione affidando a Poste alcune attività per salvare gli uffici postali». Ma se gli enti locali non si daranno da fare per aumentare il volume d’affari degli sportelli, questi saranno spacciati. E pare proprio che la scure delle Poste si sia accanita sulla provincia di Teramo: in quella di Chieti sono stati chiusi tre sportelli, in quella di Pescara 4, nell’Aquilano 21.

«Tutto questo si traduce in una penalizzazione delle classi più deboli, soprattutto degli anziani», osserva il sindacalista, «che spesso hanno difficoltà a spostarsi in altri paesi e non hanno nemmeno a disposizione un servizio di trasporto pubblico adeguato alle loro esigenze». Il sindacalista fa anche degli esempi: la chiusura dello sportello di San Vito di Valle Castellana significa che l’ufficio postale più vicino sarà a 17 chilometri. La chiusura degli sportelli di Treciminiere e San Giacomo creerà problemi soprattutto d’inverno, con la neve, vista la complessità orografica del territorio di Atri. A margine è stata confermata la chiusura dell’ufficio di Cervaro (Crognaleto), in realtà chiuso da un anno perchè i locali non erano agibili. «Sulla Teramo-Ascoli Piceno non sarebbe rimasto nemmeno un ufficio aperto», aggiunge Di Diodoro, «ma siamo riusciti a salvare quello di Rocche di Civitella, che può servire anche parte del territorio di Campli. In effetti l’aver salvato alcune realtà per noi è fonte di orgoglio: ci siamo battuti non poco. E abbiamo ottenuto che il personale che l’azienda ha recuperato, dieci unità, ottenga nuove collocazioni che vadano incontro alle esigenze del lavoratore». In definitiva il timore è che tagli «possano causare un allontanamento della clientela affezionata di Poste che potrebbe trasferire i propri risparmi altrove». Oltre ai tagli ci sono state due razionalizzazioni: sono stati ulteriormente ridotti di apertura degli uffici di Rocca Santa Maria e Montefino.

Ma non è tutto. La scure presto si abbatterà anche sui postini, visto che l’azienda sostiene che il volume di corrispondenza è diminuito. «Anche sui servizi postali ci si avvia a una razionalizzazione con forti tagli», rincara Tonino Di Diodoro, «il prossimo mese si dovrà discutere dei tagli sul recapito: si parla di 10-12 (su 70) portalettere in meno a Teramo città e nell’entroterra. Non so come si farà ad anno nuovo, visto che già ora la corrispondenza viene recapitata a singhiozzo. Previsti tagli anche sulla costa, intorno al 15-20% dei portalettere. E’ un’operazione che ha ricadute occupazionali pesanti - prevista una ricollocazione degli esuberi e il blocco del turn over - oltre a ricadute sulla qualità del servizio».

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