«Corona, ma che mecenate sei?»

3 Settembre 2010

Di Dalmazio: stai bloccando la donazione dei libri per una ripicca

TERAMO. L'editore teramano della Vallecchi Fernando Corona attacca sul Centro, l'assessore regionale alla cultura Mauro Di Dalmazio risponde per le rime. Così, con la lettera che sotto pubblichiamo integralmente, Di Dalmazio dà la sua versione dei fatti sulla vicenda delle preziose pubblicazioni di epoca futurista che, a detta di Corona, non arriveranno più alla biblioteca Dèlfico di Teramo perché, sostiene il mecenate teramano, la Regione - e in particolare l'assessore - non avrebbe sostenuto abbastanza l'iniziativa, partita da lui, della diffusione di un libro sul terremoto dell'Aquila.

La lettera di Mauro Di Dalmazio (assessore regionale)

«Tralascio, perché sono fuori dal mio stile, di soffermarmi su alcune affermazioni dell'editore che, talmente ridondanti di venature generaliste, livore, autoreferenzialità e spocchia intellettuale e così intrise della ormai di moda e comoda retorica qualunquista dell'antipolitica, denotano il livello culturale di chi le esprime. A maggior ragione se esse sono accompagnate da una implicita e assolutamente malcelata convinzione di superiorità culturale che, francamente, non si capisce da dove provenga. Ma va bene, ormai siamo abituati perchè fa chic assumere certi atteggiamenti.

Ciò detto, con riferimento alla vicenda del libro, è ben vero ciò che viene riferito relativamente al mio entusiasmo ed alla presentazione importante attraverso la quale sensibilizzare e coinvolgere enti ed istituzioni territoriali attesa la particolare finalità benefica dell'iniziativa. Così come è vero che ci sono stati imprevisti e rallentamenti, non certo per cattiva volontà, rispetto ai tempi previsti. Ciò che pero Corona dimentica di dire è che il sottoscritto ha favorito e curato l'incontro (che si è tenuto alla presenza anche del dirigente del servizio attività culturali della Regione Abruzzo) con il Magnifico Rettore dell'università dell'Aquila al fine di dettagliare l'iniziativa e di coinvolgerlo nella presentazione del libro; ciò che non segnala è tutta la effettiva e sostanziale collaborazione organizzativa dell'assessorato per l'iniziativa (disponibilità dell'auditorium, inviti istituzionali, coinvolgimento di S.E. Mons. Molinari e del professor Dante come relatori e della giornalista Maria Rosaria La Morgia come moderatrice, oltre alla presenza del dirigente del servizio attività culturali della Regione, avv. Paola Di Salvatore, e del disistimato assessore). Per l'occasione gli inviti istituzionali erano stati inviati ad enti ed istituzioni territoriali. Purtroppo la partecipazione non è stata corrispondente alle attese ma di certo questa non può essere responsabilità dell'assessorato che tanto ha fatto per sostenere l'iniziativa. Tra l'altro proprio il sottoscritto stigmatizzò durante l'intervento la ridotta partecipazione e la poca sensibilità degli assenti. Non si capisce proprio perché la contestazione di Corona venga rivolta a chi ha sostenuto l'iniziativa e non a chi non ha partecipato alla stessa!

Per quanto concerne il mancato acquisto dei libri da parte della Regione Abruzzo, esistono tempi, modi, procedure e regolamenti, oltre ovviamente alla necessità di adeguata consistenza economica di bilancio, per il procedimento il cui iter, da quel che viene riferito è ancora in corso. Comunque, anche per tale situazione il sottoscritto mise successivamente in relazione l'editore con il servizio regionale preposto per le necessarie valutazioni.

Con riferimento agli altri enti, oltre alla sensibilizzazione attraverso l'invito a partecipare alla presentazione, non si capisce cosa avrebbe dovuto fare l'assessorato. Al riguardo è decisamente poco credibile, per usare un eufemismo, che un editore possa aver deciso di stampare 15.000 (diconsi quindicimila!) copie solo sulla base di un impegno alla sensibilizzazione di enti e istituzioni che è cosa ben diversa della rassicurazione sull'acquisto da parte degli stessi.

Dopo aver chiarito la questione, non posso fare a meno di esprimere tutto il rammarico perché pur tra mille difficoltà il sostegno dato ad una iniziativa ritenuta meritevole è stato riscontrato da un atteggiamento francamente incomprensibile oltre che ingiustificato, accompagnato addirittura dal folcloristico proposito di non voler incontrare più assessori alla cultura di una certa area politica. Noi ce ne faremo una ragione ma se, come sembra di capire, Corona si riferisce solo a quelli di una determinata area politica, dovrà avere la bontà di pazientare e attendere che altri della sua stessa levatura culturale vengano legittimati dal consenso popolare a svolgere quella funzione.

Due considerazioni per concludere: non capisco come abbia fatto l'editore solo dopo più di un anno e solo dopo la presentazione del libro ad accorgersi di avere a che fare con un assessore ignorante e improvvisato. La seconda, certamente più importante, riguarda invece l'inspiegabilità del nesso che intercorre tra questa vicenda e la donazione annullata o condizionata, che riguarda tutt'altra situazione ed istituzione. Se atto di liberalità sentito e genuino è, esso non può soggiacere a futili ed ingiustificate ripicche relative a differenti situazioni, altrimenti rischia di assumere un sapore strumentale o una finalità sinallagmatica. Se ciò dovesse essere, ma vogliamo credere di no, sarebbe veramente doloroso e farebbe sorgere spontanea la domanda se questo sia il mecenatismo o se questa sia la cultura superiore propugnata.

Per quanto mi riguarda ritengo di aver abbondantemente chiarito la polemica, che per me si chiude qui».

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