L'avvocato Marco Plebani

TERAMO

Coronavirus, muore avvocato malato di Sla: tampone positivo un'ora prima

Marco Plebani aveva 61 ed era ricoverato a Neurologia. Il reparto è stato sgomberato per essere sanificato e riapre nel pomeriggio

TERAMO. Avvocato teramano malato di Sla muore a 61 anni in ospedale: un'ora prima era arrivato il referto positivo del tampone. Il reparto dov'era ricoverato è stato sgomberato dai pazienti per essere sanificato.

E' quanto avvenuto ieri sera a Neurologia del Mazzini dove è morto l'avvocato teramano Marco Plebani, di 61 anni. Era ricoverato da martedì per l'aggravarsi della grave patologia neurologica (Sla) di cui soffriva e, come a tutti i ricoverati, gli era stato fatto il tampone. Il paziente è risultato positivo al Covid-19, la risposta è arrivata ieri un'ora prima che morisse.

La morte è senza dubbio da attribuire alla patologia pregressa e non al virus, ma come prevedono i protocolli il reparto è stato svuotato per essere sanificato. L'operazione è già stata completata e i dieci ricoverati di Neurologia, da ieri sera trasferiti in Pneumologia, torneranno dov'erano oggi pomeriggio. I tamponi fatti al personale del reparto al momento sono tutti negativi e saranno ripetuti tra alcuni giorni.

La Asl ha poi diffuso la seguente nota: "In merito al paziente deceduto ieri in Neurologia a Teramo e risultato positivo al Covid-19, si sottolinea che lo stesso era stato ricoverato nella notte tra il 6 e il 7 aprile, dopo essere giunto in Pronto Soccorso a causa di complicanze legate ad una sua patologia pregressa. Come da protocollo, il paziente – pur non presentando sintomatologia riferibile a Coronavirus – era stato comunque sottoposto a tampone, così come tutti i pazienti che vengono ricoverati nei vari Reparti. Il protocollo stabilito dall’Unità di Crisi Aziendale proprio per prevenire il contagio da Coronavirus, prevede poi che, in attesa dell’arrivo del referto del tampone, i pazienti vengano ricoverati in stanze di degenza singole e vengano assistiti da personale sanitario dotato di tutti i dispositivi di protezione individuale come se stessero trattando un malato Covid positivo. Nel rigoroso rispetto del protocollo, ci si è comportati così anche in questo caso".