«Così salviamo decine di bimbi malati»

L’Ostetricia e Ginecologia del Mazzini prima in Abruzzo per la donazione del cordone ombelicale che cura la leucemia

TERAMO. Le donne teramane prime in Abruzzo nella gara di solidarietà per salvare la vita ai bambini leucemici. Il reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Teramo ha infatti un primato non di poco conto nella donazione del cordone ombelicale.

Il cordone ombelicale. Nella divisione diretta da Anna Marcozzi ormai dal 2005 - è l’unica in provincia - le donne che hanno partorito possono donare il cordone. «Siamo il primo centro in Abruzzo per numero di donazioni e quantità di sacche di sangue che vengono “bancate”, cioè depositate nella banca di Pescara», spiega il primario, «in sostanza il sangue che rimane nel cordone ombelicale dopo che viene reciso viene prelevato perchè ci sono cellule staminali che servono per curare alcune malattie del sangue in età pediatriaca. Fermo restando che il futuro delle cellule staminali investirà terapie a 360 gradi, ma non sono ancora validate. Teramo è stato uno dei primi centri in Abruzzo ad effettuare questio tipo di prelievo e siamo i primi per quantità e qualità». Accanto alle donazioni solidaristiche, nel reparto c’è la possibilità di fare le autodonazioni. «Una donna può optare per farsi prelevare il sangue e conservarlo in una banca estera, per eventuali necessità del figlio. Noi lo preleviamo, poi sarà la banca a mandare un corriere a prendere la sacca. Chiaramente noi promuoviamo la donazione solidaristica con cui il cordone sicuramente andrà utilizzato, mentre nel secondo quasi sempre andrà buttato, allo scadere dei 20 anni, tempo per cui viene conservato. Questa è una forma che nel pubblico non va incentivata, secondo il codice deontologico. Finora con la prima grazie alle donazioni del Mazzini abbiamo salvato decine di bambini».

La Ru 486. Ma ovviamente non è questa l’unica attività che si svolge nel reparto, anzi. Dal settembre scorso è stato attivato un ambulatorio che somministra la Ru486, cioè la pillola abortiva. Le pazienti vengono seguite in maniera molto stringente per 3 giorni dalla somministrazione all'espulsione del prodotto del concepimento. «E' un metodo non invasivo che consente di risparmiarsi tutto l'iter chirurgico, è meno rischioso e comporta -visto che va utilizzato in una fase molto precoce della gravidanza - il superamento delle liste d'attesa. Noi abbiamo attivato un ambulatorio per la legge 194 che evita qualsiasi barriera di accesso, ad esempio la prenotazione». Finora sono una cinquantina le donne che al Mazzini hanno fatto ricorso alla Ru468 sulle circa 200 interruzioni volontarie della gravidanza annuali.

Il parto indolore. Ci sono poi tutti i servizi di base. «Il parto indolore è in via di organizzazione e partirà a settembre: l'anestesista è una figura fondamentale, abbiamo voluto che il servizio ci fosse sulle 24 ore, con anestesisti dedicati», osserva Anna Marcozzi. Molto bassa, in linea con le direttive del ministero, la percentualedei parti cesarei: sono il 28% (38% è la media abruzzese) ma se si considerano solo i primi cesarei (una volta fatto, di solito si ripete) si scende al 20%. E' già in corso la “demedicalizzazione” del parto spontaneo per tornare a un parto più naturale, con sempre meno farmaci. Per la chirurgia, tranne che per alcuni interventi oncologici «prediligiamo la laparoscopia, metodica mini invasiva che garantisce alla paziente un recupero molto più veloce e l’accorciamento dei tempi di degenza». Inoltre si effettua un alto numero di interventi di uroginecologia per incontinenza e prolasso.

La prevenzione. C'è poi un ambulatorio di fiopatologia cervicovaginale per la prevenzione dei tumori dell'utero e uno di isteroscopia per prevenire quelli del corpo dell'utero. «Facciamo anche parte dello screening sul territorio per prevenzione dei tumori al collo dell'utero tramite Hpv test, Pap test e colposcopie», aggiunge. Per il futuro - forse in autunno - è attesa la ristrutturazione del reparto che ha ancora stanze a 4 letti senza bagno in camera. Prevista anche la ristrutturazione del blocco parto e operatorio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA