«Dormivo, non ho ucciso papà»

28 Settembre 2010

L'operaio ritratta davanti al giudice. Finirà in ospedale psichiatrico

GIULIANOVA. «Non ho ucciso mio padre. Io dormivo, non ho fatto niente». Mansueto Adriani ritratta la confessione. A tre giorni dall'omicidio del padre Biagio, 88 anni, invalido, colpito più volte alla testa con una sedia, l'operaio di 51 anni, con una diagnosi di schizofrenia, ieri mattina in carcere è comparso davanti al gip per l'udienza di convalida. Assistito dal suo difensore Tiziano Rossoli, l'uomo ha ritrattato la confessione fatta davanti ai carabinieri quando ha sostenuto di aver ucciso il padre perchè infastidito dai continui colpi di tosse dell'anziano genitore.

Il gip Guendalina Buccella ha convalidato l'arresto dell'uomo, accusato di omicidio volontario, e ha chiesto il trasferimento in un ospedale psichiatrico giudiziario. Lo stesso giudice, inoltre, ha disposto una immediata perizia psichiatrica che sarà eseguita nei prossimi giorni. L'obiettivo è quello di accertare la capacità di intendere e di volere dell'uomo al momento dei fatti contestati. L'incarico è stato affidato a Ferruccio Canfora.

L'autopsia, eseguita ieri pomeriggio dall'anatomopatologo Giuseppe Sciarra su disposizione del pm Irene Scordamaglia, ha confermato che l'anziano è stato colpito almeno tre volte sulla testa con la sedia. Colpi violenti che gli hanno fracassato il cranio e lo hanno fatto cadere dalla sedia a rotelle. Prima di morire ha cercato di difendersi dalla furia omicida del suo aggressore: ha alzato le mani, così come confermato da alcune ferite trovate sulle braccia. E' morto sul colpo. I funerali dell'anziano si svolgeranno oggi alle 15 nella chiesa dell'Annunziata.

E in carcere Mansueto Adriani divide la cella con Romano Bisceglia, l'uomo accusato di aver ucciso e fatto a pezzi l'ex convivente Adele Mazza. Intanto con il passare delle ore si delineano con sempre maggiore chiarezza i contorni della tragedia esplosa venerdì sera nella casa di Villa Pozzoni dove Mansueto, dopo la separazione dalla moglie, era tornato a vivere con il padre Biagio, 88 anni, malato e su una sedia a rotelle. Quel giorno l'uomo era apparso ai familiari molto agitato e per questo intorno alle 14 era stato visitato da una psichiatra. Quel pomeriggio la badante che assisteva il padre, allarmata dalle condizioni dell'uomo, aveva lasciato la casa.

Nelle ore successive, oltre ai farmaci che da tempo prendeva, l'uomo ha bevuto anche parte del contenuto di due bottiglie di vino acquistate proprio poche ore prima dell'omicidio. Un mix micidiale di alcol e farmaci, dunque, che avrebbe scatenato la follia omicida dell'uomo di fronte all'anziano padre malato.. «L'ho ucciso perchè mi infastidiva con i suoi colpi di tosse» ha infatti confessato l'ex operaio ai carabinieri di Giulianova qualche ora dopo il folle gesto.

Secondo la ricostruzione fatta dai militari della compagnia di Giulianova, guidati dal capitano Luigi Delle Grazie, l'uomo avrebbe prima colpito l'anziano genitore con degli schiaffi per zittirlo e poi lo avrebbe colpito con la sedia. Colpi violenti a tal punto da spezzare la sedia di legno. I colpi hanno causato la frattura del cranio dell'ottantottenne e quindi un'emorragia; l'anziano, cadendo dalla sedia a rotelle, si è provocato la frattura del setto nasale e una lesione all'orbita oculare sinistra. Subito dopo il figlio, dalla cucina, è tornato in camera da letto per riposarsi. «Ho sbagliato, ho abbinato alcol e farmaci», ha detto ai carabinieri durante l'interrogatorio avvenuto nella notte, dopo le prime ore di silenzio di fronte alle domande degli inquirenti. Ieri mattina, poi, la nuova versione davanti al giudice. L'ex operaio ha ritrattato la confessione sostenendo di non aver ucciso il padre. «Io dorrmivo», ha detto, «non mi sono accorto di nulla». Lunedì il primo incontro per la perizia psichiatrica.

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