Enteriti, le denunce salgono a 40

Il pm sta per chiudere il caso Vibrata inquinato

ALBA ADRIATICA. La procura di Teramo si avvia a chiudere la maxi inchiesta sui casi dei bambini colpiti da enteriti dopo l'inquinamento, avvenuto a Ferragosto, delle acque del Vibrata e del tratto di mare antistante la foce del fiume.

Sul tavolo del sostituto procuratore Laura Colica, titolare del caso, ci sono quaranta denunce: le ultime due sono arrivate appena qualche giorno fa e su queste sono state disposte delle perizie. Le segnalazioni sono quelle dei genitori che hanno visto i propri figli colpiti da enteriti tra Alba e Martinsicuro.

Tra Ferragosto e i primi di settembre, infatti, sono stati decini i bambini ricoverati in ospedale per enteriti. La procura di Teramo, che per ora ipotizza i reati di danneggiamento ambientale ed epidemia colposa, ha iscritto nel registro degli indagati non solo la Ruzzo Reti, la società pubblica che gestisce il ciclo dell'acqua in provincia e si occupa direttamente dei depuratori principali (tra cui quello di Martinsicuro), ma anche il Cepas (centro promozione attività sociali e cooperative), ovvero la società incaricata dalla stessa Ruzzo Reti della gestione dei depuratori di Corropoli, Nereto, Sant'Omero e Sant'Egidio alla Vibrata. Nel mirino degli inquirenti, insomma, ci sono tutti gli impianti pubblici di depurazione della Val Vibrata.

Il pm ha conferito un incarico a un consulente tecnico, che ha fatto vari sopralluoghi e prove tecniche, prelevando campioni sia nelle acque antistanti il depuratore di Martinsicuro, sia in punti del Vibrata a monte di esso e in corrispondenza degli altri depuratori.

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