Epidemia di gastroenterite: decine di bimbi in ospedale

Un virus ha colpito molti turisti, soprattutto i bambini. File al pronto soccorso e nelle farmacie. Un padre racconta: "Mio figlio salvato con le flebo"

ALBA ADRIATICA. Decine e decine di persone colpite da gastroenterite fra Alba Adriatica e Martinsicuro. Soprattutto bambini sono stati colpiti, negli ultimi giorni, da quello che su molti referti medici viene definito "rotavirus", virus che si trasmette soprattutto con il contatto con materiale fecale. Negli ultimi tre giorni il pronto soccorso dell'ospedale di Sant'Omero è stato invaso da persone con una forte dissenteria. Gli adulti in genere vengono visitati, viene prescritta loro una cura e vengono rimandati a casa. Ma molti bambini sono stati ricoverati, tanto che ormai sono tutti occupati i letti del reparto di pediatria. Le farmacie dei due centri costieri vengono prese d'assalto per acquistare farmaci che curino i sintomi: vomito e diarrea.

Davide G., un turista che frequenta Alba Adriatica da dieci anni, racconta la disavventura del figlioletto. «Un'epidemia di gastroenteriti da virus "rotavirus" di origine fecale sta colpendo decine e decine di bambini sulla spiaggia di Alba», racconta il turista, «guarda caso i primi episodi si sono manifestati la settimana scorsa (poco prima della morte dei pesci) e stanno esplodendo in modo esponenziale, tanto che il reparto pediatrico dell'ospedale di Sant'Omero è preso d'assalto e rischia il collasso». Davide G. racconta che suo figlio di 3 anni e mezzo «è ricoverato con flebo permanente dopo aver perso due chili dei suoi 14, in seguito a vomito e dissenteria». E aggiunge che solo ieri «sono arrivati altri 12 bambini al pronto soccorso e almeno tre sono stati colpiti nel mio stabilimento balneare».

In effetti finora non ci sono prove che le gastroenteriti - un malanno abbastanza ricorrente d'estate - siano collegate alla moria di pesci alla foce del Vibrata. Saranno le analisi dell'Arta a chiarire se c'è un legame. Ma per il turista il nesso c'è. «Il sindaco», commenta Davide G., «imputa la morte dei pesci al fango, ma a cosa dobbiamo la taciuta epidemia? Non era forse logico e d'obbligo porre dei divieti preventivi alla balneazione per non mettere a rischio la salute delle centinaia di bimbi sulla spiaggia in attesa dei risultati degli esami sui campioni d'acqua del torrente?».

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