Giulianova

Fabiana, la donna di 46 anni trovata carbonizzata: sul suo corpo c’è il Dna dell’indagato

10 Luglio 2025

Il caso di Giulianova, sviluppi nelle indagini. Arriva il risultato dei primi esami riconsegnati dai carabinieri del Ris dopo la comparazione dei campioni. L’uomo, un 50enne artigiano albanese, è accusato di spaccio di droga e soppressione di cadavere

TERAMO. Le certezze di un Dna danno linfa alle indagini sulla morte di Fabiana Piccioni, la 46enne di Giulianova trovata carbonizzata il 9 gennaio scorso dopo un malore causato da un mix di stupefacenti.

A tre mesi dall’iscrizione nel registro degli indagati di un 50enne artigiano albanese per spaccio di droga, soppressione di cadavere e morte come conseguenza di altro reato, i primi risultati dei molteplici esami affidati ai carabinieri del Ris rivelano che sul corpo della donna è stato trovato il Dna dell’uomo. Secondo i test di comparazione si tratterebbe delle uniche tracce di Dna diverso da quella della vittima isolate dagli esperti del Raggruppamento investigazioni scientifiche nel corso degli accertamenti delegati dal pm titolare del fascicolo Greta Aloisi. Un nuovo elemento, dunque, che ora carabinieri e inquirenti devono inserire nel complesso mosaico di tessere che una dopo l’altra stanno mettendo insieme in una indagine sviluppata in un contesto non facile come quello che gravita nel mondo della tossicodipendenza.

Il 50enne nei giorni successivi alla scoperta del corpo chiamò lui stesso i carabinieri per dire che era pronto a fornire tutte le delucidazioni possibili sulle sue frequentazioni con la vittima ma che non c’entrava niente con quello che era successo. Lo fece con una telefonata dall’Albania dove in quel momento si trovava e dove si trova anche ora. Quando rientrò a Giulianova si presentò ai carabinieri per raccontare che conosceva la donna, che si erano visti così come era già successo in passato, ma che sicuramente non sapeva cosa fosse successo e che l’ultima volta che l’aveva incontrata era stato poco prima della sua scomparsa avvenuta il 2 gennaio. Ma le indagini, soprattutto quelle risultate dall’incrocio di tabulati e celle telefoniche, avrebbero rivelato altre circostanze e dal Ris si attendono i risultati di altri esami. Per ora, naturalmente, si tratta di ipotesi tutte ancora da dimostrare e accertare.

L’ultima traccia di Fabiana viva si era persa sul lungomare nord di Giulianova: è qui che alcuni testimoni l’avevano vista nella tarda mattinata del 2 gennaio. Come sempre in sella alla sua bicicletta. Come sempre sorridente. Poi nessuno l’aveva più vista. Fino al 9 gennaio quando il corpo semicarbonizzato venne ritrovato in via Cavoni, abbandonato tra i rifiuti. La donna, che in passato aveva lavorato come estetista e basrista, in passato aveva svolto attività di volontariato e aveva partecipato a gruppi di preghiera nel santuario dello Splendore dopo un periodo in una comunità di recupero. Nel 2019 si era candidata come consigliera comunale con la lista “Idea”. Nei giorni scorsi, a Giulianova, è nato un comitato di cittadini per chiedere verità.

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