Gi Effe e Pixel, operai senza stipendio da 5 mesi

Sant’Egidio, l’azienda non si presenta in Provincia, i sindacati chiedono un incontro al prefetto

SANT’EGIDIO. Quasi ottanta operai senza stipendio da cinque mesi. Sono i dipendenti dei due aziende del gruppo Montefiore, la Pixel e la Gi Effe che da sola dà lavoro a 60 persone. La direzione aziendale della società che produce abbigliamento per bambini ieri, dopo aver rinviato l'incontro che doveva tenersi in Provincia il 6 dicembre, non si è presentata al tavolo istituzionale, la cui convocazione era stata concordata nella riunione precedente. «La discussione», commentano Filtea Cgil e Uilta Uil, « avrebbe dovuto dare una risposta alla ormai insostenibile situazione che si è venuta a creare: da quasi due anni le lavoratrici ed i lavoratori della Gi Effe Moda non percepiscono regolarmente il salario, che viene corrisposto sempre più in ritardo e sempre parzialmente. I sindacati, la Rsa e l'assemblea, dopo ripetuti tentativi di trovare una soluzione in sede sindacale, dando anche una disponibilità ad accettare una rateizzazione del credito, avevano richiesto ed ottenuto un incontro in Provincia, nel corso del quale l'azienda aveva dato disponibilità a mantenere il proprio debito entro le tre mensilità ed era stato assunto l'impegno di fare un confronto sul piano industriale di cui si sente parlare da mesi, ma che non è mai stato possibile conoscere.

Purtroppo gli impegni sottoscritti durante questo primo incontro non sono stati mantenuti e nelle riunioni successive l'azienda ha continuato a prendere tempo, fino all'incontro che si è tenuto, presso la sede dell'assessorato al lavoro della Provincia di Teramo, l’8 novembre, nel corso del quale l'amministratore delegato dell'azienda, Tommaso Forlini, ha dichiarato (e sottoscritto nel verbale di riunione) di aver pagato un'intera mensilità a tutti i lavoratori. All'uscita dalla sede della Provincia le Rsa avevano però verificato che in realtà l'azienda aveva mantenuto l'abitudine di pagare la mensilità soltanto ad alcuni lavoratori selezionati in maniera discrezionale. Abbiamo dunque chiesto un'immediata riconvocazione del tavolo istituzionale, ma, per ragioni svariate, la Provincia lo ha riconvocato solo per il 06/12/2012, data per la quale la proprietà non si è resa disponibile. Ora purtroppo registriamo l'ennesimo tentativo di temporeggiare. La situazione però è diventata intollerabile perché ai disagi economici si aggiunge un senso d'impotenza da parte di persone che non percepiscono salario e che si sentono incastrate in un'azienda che non è nemmeno nelle condizioni di far funzionare gli ammortizzatori sociali e gli strumenti di gestione dell'esubero che la Legge mette a disposizione e che le organizzazioni sindacali hanno sottoscritto. Per tutte queste ragioni e con grande preoccupazione per il clima che si sta creando abbiamo chiesto al prefetto, che rappresenta lo Stato sul nostro territorio, di farsi carico della situazione di queste lavoratrici e di questi lavoratori e di aiutarci a far valere il loro diritto a percepire il salario e a conoscere le intenzioni e le prospettive dell'azienda».

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