Giulianova: sequestrato in porto un quintale di alici “in nero”

Controlli mercoledì sera all’arrivo di 5 pescherecci. Fermato un furgone con il prodotto senza alcun documento

GIULIANOVA . Sequestrata mercoledì sera al porto una partita di alici di circa un quintale venduta "in nero" e priva dei necessari requisiti di tracciabilità.
Era l’ora del rientro dei pescherecci adibiti alla pesca del pesce azzurro, poco dopo l’imbrunire, che ad attenderli sulla banchina hanno trovato schierata una squadra di ispettori del nucleo controllo pesca della guardia costiera di Giulianova. Sono state controllate cinque imbarcazioni passate sotto la lente di ingrandimento della polizia marittima. E’ risultato tutto regolare.
Proprio in quel momento i militari hanno percepito il comportamento sospetto di un mezzo furgonato, sul punto di allontanarsi dall’area portuale. Il veicolo è stato immediatamente bloccato e, dopo una verifica a bordo, è stato trovata all’interno una partita di alici in cassette – all’incirca un quintale – acquistata in nero e pronta per essere commercializzata in assenza di qualsiasi documento che accertasse la provenienza e la relativa tracciabilità.
A questo punto è scattato Il sequestro del prodotto, successivamente donato ad un ente caritatevole, oltre alla sanzione di 1.500 euro a carico del conducente del mezzo. Poco dopo i controlli sono stati estesi a tutti i veicoli presenti all’interno del porto. Due mezzi sono risultati privi della prevista autorizzazione per l’accesso all’interno dell’area e quindi sanzionati.
Dunque non si fermano i controlli a tappeto condotti dalla guardia costiera di Giulianova sull’intera filiera della pesca. Le attente verifiche sono condotte assiduamente e senza soste per garantire il rispetto delle disposizioni vigenti in materia di tracciabilità, etichettatura e corretta conduzione dell’attività di pesca da parte della categoria peschereccia locale.
Sull’operazione condotta e portata a termine il tenente di vascello Claudio Bernetti, comandante del porto di Giulianova, sottolinea: «Tale tipologia di attività mira a reprimere e scoraggiare il fenomeno del commercio di prodotti ittici al di fuori dei canali legali. Una modalità illecita che danneggia gli operatori onesti del settore e, ancor prima, il consumatore, ignaro della provenienza e della qualità del prodotto che acquista spesso, proprio perché privo di documentazione, caratteristiche non conformi in quanto occultato in condizioni igienico-sanitarie non in linea con gli standard previsti». Lo stesso Bernetti annuncia che, con l’arrivo della bella stagione, i controlli si intensificheranno e si estenderanno a ristoranti, supermercati e punti vendita al dettaglio al fine di garantire alla popolazione l’acquisto di prodotto sicuro.
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