Giulianova, violenta e mette incinta la figliastra

20 Luglio 2013

A giudizio un uomo di 40 anni accusato dalla convivente di aver stuprato tre volte la ragazza di 20 anni

GIULIANOVA. E’ un’accusa pesantissima quella con cui un cittadino marocchino di 40 anni il 7 gennaio prossimo comparirà davanti ai giudici: aver violentato per tre volte la figlia della sua convivente. Maltrattamenti e stupri sfociati in una gravidanza portata a termine e due aborti. Il gup Giovanni de Rensis ieri mattina ha rinviato a giudizio l’uomo che da aprile si trova in carcere accogliendo la richiesta del pm Bruno Auriemma che ha raccolto la denuncia delle due donne. L’uomo (di cui non scriviamo le generalità per tutelare la privacy di una vittima di violenza sessuale) finisce sotto accusa dopo la denuncia della convivente e della figlia che vivono in una roulotte e decidono di raccontare tutto ad una assistente sociale. Dopo la prima segnalazione alla polizia, iniziano le indagini della squadra mobile. Gli agenti per mesi seguono le mosse dell’uomo e giorno dopo giorno riescono a far emergere l’inferno con tanto di riscontro negli ospedali in cui le donne sono state medicate per le botte. Madre e figlia picchiate, lasciate senza mezzi di sostentamento, condotte a vivere prima in una casa diroccata poi in una roulotte fatiscente per anni hanno subito ogni genere di maltrattamenti: i pochi soldi che entravano dai lavoretti delle due finivano nelle mani dell’uomo Madre e figli (oltre alla ragazza ci sono anche due bambini avuti dalla donna più grande con il marocchino) si arrangiavano come potevano per mettere insieme un pasto decente al giorno. Tutto è iniziato quando la ragazza più giovane, per motivi lavorativi, ha deciso di raggiungere la madre in Italia, inizialmente in una vecchia casa tra Roseto e Giulianova. Da allora, da parte del compagno di quest’ultima, violenze sessuali sulla più giovane e attenzioni morbose che lo hanno spinto a non farla mai uscire, per non dover rinunciare alla sua compagnia. Per lei, persa la possibilità di lavoro che l’aveva portata in Italia, tre gravidanze frutto delle violenze (di cui due interrotte), tutto tenuto nascosto alla madre: l’uomo le aveva imposto il silenzio con la minaccia di farla rimpatriare e di ammazzarla insieme alla mamma. E’ andata avanti così per anni, passando da una casa all’altra fino alla roulotte.

Oggi le due donne ed i minori sono stati affidati ad una casa-famiglia.(d.p.)

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