Il camion diretto ai laboratori di fisica nucleare del Gran Sasso per la prova del trasporto di materiale radiattivo

Gran Sasso, firmato il contratto per il materiale radioattivo 

L’annuncio è stato dato nel giugno scorso in un congresso di fisica all’università di Milano. Il direttore dei laboratori Ragazzi: «L’hanno comprato i francesi, non è detto che arrivi qui»

TERAMO. Il contratto per l’acquisto della sorgente radioattiva destinata ai laboratori del Gran Sasso per l’esperimento Sox è stato già firmato da tempo. L’annuncio è stato dato nel giugno scorso durante il congresso del dipartimento di fisica dell’università di Milano in cui si è parlato dell’esperimento sui neutrini che si svolgerà nei primi mesi del 2018 nel laboratorio sotterraneo del Gran Sasso. Un esperimento la cui realizzazione è stata data per certa nel congresso, dove si è parlato anche delle prove di trasporto del materiale radioattivo che sono iniziate l’altro ieri con l’arrivo di un container simile a quello che nel 2018 trasporterà (o dovrebbe trasportare), la sorgente radioattiva prodotta dal combustibile del reattore nucleare russo di Mayak, impianto ora in disuso. Si tratta di un grosso quantitativo di cerio-144, della potenza stimata fra i 100 e i 150mila curie (una delle unità di misura della radioattività), pari a circa un quarto del cesio-137 (altro materiale radioattivo) emesso nell’oceano Pacifico dal disastro del reattore nucleare di Fukushima in Giappone.

leggi anche: Un dettaglio dell'esperimento "Sox" per la ricerca dei neutrini sterili che si svolgerà sotto il Gran Sasso Laboratori Gran Sasso, ecco l'esperimento nucleare che fa tremare gli ambientalisti Per effettuare l'esperimento "Sox" i laboratori di fisica dovranno utilizzare una potente sorgente radiottiva proveniente da un reattore russo. Il Forum H2O: «Preoccupati perché il Gran Sasso è la fonte di acqua per 700.000 cittadini»

A segnalare la notizia del contratto già firmato è la Stazione ornitologica abruzzese, associazione ambientalista che esibisce una “slide” mostrata durante il congresso di Milano in cui si fa riferimento al contratto già firmato. L’associazione si dice «allibita» per le dichiarazioni rilasciate al Centro dal direttore dei laboratori Stefano Ragazzi, il quale ha detto che la simulazione del trasporto del materiale radioattivo «è soltanto la primissima di una serie di verifiche, procedure, autorizzazioni, per cui se esistono condizioni di sicurezza adeguate, si fa, altrimenti no». Dichiarazioni che, secondo il gruppo ambientalista, «cercano in qualche modo di sostenere che (l’esperimento Soxs, ndr) è qualcosa di futuribile», mentre invece il contratto di acquisto della sorgente radioattiva lascia intendere che è già tutto deciso o quasi. «I laboratori del Gran Sasso», continua la Stazione ornitologica abruzzese, «evitino, quindi, di continuare con le pantomime che magari possono trarre in inganno qualche sprovveduto o chi non legge le carte».
Agli esponenti del gruppo ambientalista risponde il direttore dei Laboratori Ragazzi. «La sorgente radioattiva è di proprietà francese», dice lo scienziato, specificando che sarebbe stata acquistata dal Cea, ente di ricerca pubblico francese che si occupa, tra le altre cose, di energia nucleare e scienza della materia ed è coinvolto nell’esperimento Sox con alcuni dei suoi ricercatori. «E poi», aggiunge Ragazzi, «è anche da verificare se la sorgente radioattiva sia stata davvero acquistata: viene citata una slide, che non ha l'attendibilità di un atto ufficiale. Decideranno i francesi cosa fare e come conservare la sorgente, essendone i responsabili fino al suo utilizzo, fino a quando non troveranno un sito che può essere il Gran Sasso o anche la Cina o il Giappone. Può anche essere, ma di questo noi siamo all'oscuro, che la Francia abbia già stretto accordi con altri stati e che potrebbe decidere di sfruttare altrove la sorgente, laddove il Gran Sasso non andasse bene». Quanto al test in corso nei laboratori Ragazzi precisa che «dobbiamo capire quanto è utile per i laboratori portare avanti questo progetto e che cosa non può essere fatto da un punto di vista della compatibilità con altri esperimenti e altre attività dei laboratori: ecco anche a cosa servirà il test». La risposta si saprà al termine della simulazione, tra il 18 e il 19 ottobre.
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