«I bikini? E allora il poster della Henger?»

Olivieri (Teramo vivi città): se il vescovo crocifigge l’assessore Campana usa due pesi e due misure

TERAMO. E come la mettiamo con il manifesto di Eva Henger affisso qualche anno fa davanti al vescovado? Mentre continua il dibattito sulla “no bikini zone” di piazza Martiri della libertà, sono in tanti a rispondere alle perplessità del vescovo di veder sfilare miss in déshabillé, con aneddoti e racconti di tutto quello che ogni giorno succede all’ombra del duomo. A tirare in ballo le curve angeliche della Henger è Marcello Olivieri (nella foto a sinistra), dell’associazione Teramo vivi città che esprime solidarietà all’assessore Guido Campana, chiamato in causa damonsignor Michele Seccia dopo la finale regionale di Miss Italia. «Spesso», ricorda, «a Teramo vengono usati due pesi e due misure. Siamo vicini a Campana, perché crocifiggere un assessore per “il bikini” delle partecipanti alle selezioni di Miss Italia è un gesto da medioevo». Per l’associazione, «il vescovo ha ragione a chiedere rispetto per il Duomo ma lo dovrebbe pretendere tutto l'anno perché molte volte la scalinata sacra è stata violata ma il clero non ha mai detto nulla». Gli esempi non mancano, come la mucca pubblicitaria dispensatrice di latte che faceva da cornice a una sfilata dove, anche in quel caso, vi erano ragazze poco vestite. Oppure ragazze con pantaloncini e reggiseno che d'estate, l’Interamnia, prendono il sole sdraiate sulle scale del Duomo. «Per non parlare», continua il resoconto dell’associazione, «dei duelli notturni “tra bottiglie di vino e lattine di birra” che trovano spazio sulle scale della cattedrale, dove fino al mattino, rimangono in ordine sparso».

L’elenco fornito da Olivieri comprende anche enormi chiodi piantati nelle storiche mura del duomo per legarci un tendone durante una manifestazione politica.

Di segno opposto, l’intervento di Berardo Tassoni, dirigente scolastico dell’Eurostudi, il quale trova la posizione del vescovo pienamente condivisibile «da credenti e non credenti», seppure trova altrettanto appropriato stigmatizzare «l’incivile uso notturno delle scalinate». Secondo Tassoni «c’è da sorprendersi sul fatto che gli amministratori non ci abbiano pensato da soli e che giudichino una chiusura delle scalinate del duomo una cosa superata rispetto alle aperture della chiesa di Papa Francesco. In realtà», prosegue, «i comportamenti incivili vanno sempre arginati». (fab.i.)

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