Il carabiniere teramano sopravvissuto all’esplosione a Verona: «Il boato e poi solo il buio»

Domenico Gabriele Martella estratto vivo dalle macerie della casa, non è grave. Il padre Luigi: «La paura è stata davvero tanta. Per mio figlio l’Arma è tutto»
TERAMO. «Il boato e poi il buio. Il pensiero va a chi non c’è più, ai mie colleghi. Io continuerò a fare il carabiniere»: Domenico Gabriele Martella trova da subito la forza di trasformare l’apocalisse in memoria e testimonianza. Perché a 25 anni questo militare di Teramo in servizio al quarto battaglione di Mestre è uno dei sopravvissuti alla strage di Castel D’Azzano dove era arrivato con i suoi colleghi per sgomberare la cascina satura di gas. È vivo, fortunatamente con ferite non gravi. «E’ stato un attimo che sembrava non finire mai», racconta.
All’ospedale di Verona, dove è ricoverato, da Teramo è arrivato il papà Luigi che dice: «Mio figlio voleva fare il carabiniere da quando era piccolo, un sogno che ha realizzato subito dopo la maturità e dal 2019 è in servizio a Mestre. Per lui l’Arma è tutto. Io lo so che è un lavoro difficile, ma sono orgoglioso di quello che i miei figli hanno scelto di fare per rappresentare lo Stato». Perché papà Luigi di figli carabinieri ne ha due: Domenico Gabriele ed Emanuele, maresciallo in Friuli. «La passione l’hanno presa da me», continua, «perché anche io avrei voluto fare il carabiniere ma all’epoca non sono rientrato. Oggi i miei figli mi riempiono d’orgoglio per il loro impegno nel nome dello Stato».Luigi Martella è un dipendente dell’azienda Golden Lady di Basciano. Con la moglie Sonia e i figli abita a Forcella, piccola frazione di Teramo dove tutti si conoscono e dove i fratelli carabinieri tornano tutte le volte che possono. «Ieri mattina mi hanno chiamato i carabinieri per dirmi quello che era successo», racconta ancora papà Luigi, «quando abbiamo visto le immagini di quella strage la paura è stata davvero tanta ma la voce di mio figlio ci ha ridato la vita. Voglio ringraziare tutti i carabinieri che ci sono stati da subito molto vicini, ci hanno supportato in tutto. L’Arma ci ha fatto sentire parte di una grande famiglia».
E se arriverà il tempo di trasformare la tragedia in memoria e testimonianza di chi non c’è più, ora è il tempo drammatico dei bilanci con i numeri a declinare una strage il cui numero di vittime potrebbe anche aumentare visto che tra i 25 feriti c’è anche chi è in gravissime condizioni.
In Abruzzo tutte le istituzioni hanno espresso solidarietà all’Arma e grande vicinanza al carabiniere teramano.
Così il presidente della Regione Marco Marsilio: «In queste ore di profondo dolore, esprimo la mia più sincera vicinanza all'Arma dei carabinieri per la perdita dei tre militari a Castel D'Azzano. Uomini e donne dell'Arma che ogni giorno si sacrificano con coraggio e dedizione per la sicurezza di tutti noi. Un augurio di pronta guarigione al carabiniere Domenico Gabriele Martella estratto vivo dalle macerie. L'Abruzzo è con te». Per il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri «la tragedia di Verona ci lascia senza parole. Tre carabinieri hanno perso la vita mentre facevano il loro dovere, servendo lo Stato con coraggio e dedizione. A loro, alle famiglie e all’Arma dei carabinieri va il nostro pensiero più profondo e riconoscente. Sono l’esempio più alto di cosa significhi servire l’Italia con onore». Vicinanza dal sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto che scrive: «Alle tre vittime dell'Arma e ai loro familiari va il nostro più profondo pensiero. Ancora una volta i carabinieri hanno dimostrato la loro profonda e straordinaria dedizione al lavoro e alla difesa e tutela della comunità, senza mai tirarsi indietro nonostante la pericolosità della situazione. All'operazione ha partecipato anche il nostro concittadino Domenico Gabriele Martella, originario di Forcella, che ha riportato ferite ma che fortunatamente non è in pericolo di vita. Dopo aver saputo dell'accaduto, ho immediatamente chiamato il padre di Domenico, al quale ho espresso la nostra vicinanza e la gratitudine per il lavoro che quest'ultimo svolge quotidianamente, anche a rischio della vita».
Il sindaco di Pescara Carlo Masci e il comandante della polizia locale Danilo Palestini esprimono «cordoglio, profondo dispiacere e solidarietà stringendoci in un abbraccio a tutti coloro che, in queste ore, stanno vivendo le conseguenze di un vero e proprio attentato, assolutamente inaccettabile».
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