Il gip non firma, Varrassi evita l’arresto

Il giudice respinge la richiesta di domiciliari per il direttore generale dell’Asl. Il manager: non ho fatto nulla, sono tranquillo

TERAMO. Il giudice dice no all’arresto del direttore generale della Asl Giustino Varrassi . Il gip Giovanni de Rensis ieri ha respinto la richiesta di arresti domiciliari fatta dal procuratore Gabriele Ferretti e dal pm Davide Rosati mettendo fine ad una ridda di voci che ormai da giorni circolavano in città.

Il provvedimento era stato presentato dalla procuranell’ambito delle inchieste aperte sul manager che riguardano l’uso dell’auto di servizio dell’Asl e la promozione di Corrado Robimarga, medico ed ex assessore comunale del Pdl indagato. Nei confronti di Varrassi la procura ipotizza i reati di peculato, abuso d’ufficio e falso documentale. Ma, evidentemente, per il gip allo stato attuale non sussistono le esigenze cautelari. Non è escluso che nei prossimi giorni il manager possa essere sentito dai pm, così come già chiesto dallo stesso nei mesi scorsi. Così come non è escluso che la procura possa fare ricorso contro il provvedimento del giudice.

Varrassi parla. «Sono tranquillo con la mia coscienza non avendo fatto nulla»: così commenta il manager Varrassi, che in questi giorni è fuori Teramo per un periodo di vacanza e che rientrerà lunedì. «Appena ho scoperto che non potevo usare l’auto per andare da casa al lavoro ho fatto contabilizzare tutti i viaggi, ricostruendolo anche con l’aiuto del mio autista, e ho risarcito all’ente 4mila euro. Escludo di aver usato l’auto di servizio per scopi privati».

L’auto blu. L’inchiesta sull’utilizzo dell’auto di servizio riguarda Varrassi e un suo stretto collaboratore, l’autista, anche lui indagato per peculato d’uso. Secondo l’accusa della procura il direttore generale avrebbe utilizzato la macchina di servizio più volte dal suo insediamento sul tragitto compreso tra l’Aquila, dove risiede, e Teramo.

Il manager a questo proposito ha più volte dichiarato di aver risarcito la Asl dopo aver scoperto, attraverso un quesito posto direttamente alla Regione, che questo non poteva essere fatto. Ma per la procura il reato è stato commesso: l’auto di servizio è stata usata per attività privata con utilizzo di carburante e telepass. Per questo, secondo l’accusa, si configura il reato di peculato d’uso. Un reato, quello del peculato, che viene contestato anche all’autista. Nel corso di questi mesi gli investigatori delegati dai pm, in questo caso i carabinieri, hanno acquisito diversi documenti in altrettanti blitz fatti negli uffici dell’azienda sanitaria. Il manager, dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia su questa vicenda, aveva inviato una memoria difensiva ai magistrati.

Robimarga promosso. Ma nella richiesta di arresti domiciliari presentata i pm hanno fatto riferimento anche all’inchiesta aperta sulla promozione di Robimarga, inchiesta in cui Varrassi è indagato per abuso d’ufficio, omissioni d’atti d’ufficio e falso documentale. Robimarga, urologo ed ex assessore all’urbanistica comunale è accusato di peculato, falso ideologico e truffa aggravata ai danni dello Stato. Secondo l’accusa Robimarga, che l’anno scorso è stato sospeso per due mesi dal gip su richiesta della procura, avrebbe fatto visite a pagamento in ospedale (cinque gli episodi contestati) senza versare il dovuto alla Asl. I magistrati, inoltre, contestano al medico di aver falsificato la cartella clinica di un paziente per coprire presunte irregolarità.

Accuse che sono state sempre respinte dal professionista indagato anche per essersi assentato dal posto di lavoro presentando falsi documenti alla Asl attestanti la sua presenza negli uffici comunali come assessore. Nei mesi scorsi il medico ha risarcito l’Asl con quattromila euro per il danno d’immagine causato con l’inchiesta a suo carico.

Tre avvisi di garanzia. Tre sono gli avvisi di garanzia ricevuti da Varrassi da marzoa giugno. Oltre a quello per l’uso dell’auto blu e per la promozione di Robimarga, qualche settimana fa il direttore generale ha ricevuto un terzo avviso di garanzia per occultamento di atti. Secondo la procura (il pm che indaga è sempre Davide Rosati) non avrebbe aperto il procedimento disciplinare nei confronti di un medico dipendente della struttura sanitaria indagato per una turbativa d’asta e per cui la procura ha chiesto il processo (l’udienza preliminare è fissata ad ottobre). Quest’ultimo avviso di garazia gli è stato notificato durante una perquisizione disposta dal pm negli uffici della direzione dell ’Asl.

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