Il marito la picchia, lei tenta il suicidio: «Ero disperata, mi sono iniettata la sua insulina»

Lei, una donna teramana, è parte civile e davanti alla giudice Claudia Di Valerio racconta il suo inferno tra botte e tradimenti: «Mio marito mi ha maltrattata per anni fisicamente e psicologicamente a tal punto che ho tentato di farla finita»
TERAMO. Alla giudice racconta che «mio marito mi ha maltrattata per anni fisicamente e psicologicamente a tal punto che ho tentato il suicidio iniettandomi la sua insulina visto che lui è diabetico e quindi ne fa uso». È un altro processo per maltrattamenti in famiglia quello che si srotola in un’aula di tribunale, l’ennesimo di una lunga serie in questi tempi infiniti di Codici rossi.
Lei, una donna teramana, è parte civile (assistita dall’avvocata Adriana Di Felice) e davanti alla giudice Claudia Di Valerio racconta il suo inferno tra botte e tradimenti. «Ho scoperto che aveva una relazione con un’amica di famiglia, una donna che conoscevo da quasi vent’anni», continua, «una sera durante una cena a casa mia ho assistito a delle effusioni tra loro due». In diverse occasioni la donna è finita in ospedale per le botte con prognosi di venti e quindici giorni. «Ho sopportato fin quando ho potuto», dice, «ma quando la sopportazione non è stata più possibile sono andata via e ho denunciato. È stato un incubo, per me una violenza non solo fisica ma soprattutto psicologica che mi ha sopraffatta. Ho pensato di non poter più continuare e per questo una volta ho tentato di uccidermi iniettandomi l’insulina di mio marito che è diabetico e quindi ne fa uso».
La donna ha raccontato che in un caso lui l’ha presa anche a ginocchiate, mandandola in ospedale. L’udienza, dopo quella di ieri con l’audizione della parte offesa, è stata aggiornata per sentire altri testi citati dalla Pubblica accusa.
Mariti e compagni sempre più violenti, dunque, che continuano a tenere banco nelle aule di giustizia. I fascicoli che ogni giorno approdano nei tribunali sono sempre di più e per capire quale possa essere la portata del fenomeno basta il ruolo di un’udienza penale: su dieci procedimenti più della metà riguarda maltrattamenti. Le norme stringenti, a cominciare dalle ultime introdotte con la normativa del Codice rosso, evidentemente non bastano ad attenuare l’emergenza della violenza di genere visti i numeri che restano sempre molto alti.