Il Pd: gli 8 milioni dei Fas non ci sono

Smentito l'arrivo dei soldi per corso San Giorgio e la pista ciclabile

TERAMO. ‹‹I soldi dei fondi Fas esistono solo sulla carta››. Per il Pd non c'è alcuna certezza sull'arrivo dei finanziamenti della Regione destinati alla riqualificazione di corso San Giorgio (3,7 milioni) e alla realizzazione della pista ciclabile tra Teramo e la costa (5 milioni). L'avvio di entrambi i progetti è stato annunciato nei giorni scorsi dal sindaco Maurizio Brucchi.

Ma secondo i consiglieri regionali teramani del Pd si tratta quanto meno di una fuga in avanti. ‹‹I fondi sono stati sbloccati solo formalmente››, spiegano Claudio Ruffini e Giuseppe Di Luca, ‹‹ma in cassa non c'è nulla››. Sullo stanziamento delle risorse, inoltre, pende la revisione dell'elenco degli interventi finanziabili dettata da Chiodi su sollecitazione del governo. ‹‹Non c'è più la lista della spesa››, sottolinea Ruffini, ‹‹i progetti rischiano di essere ridotti o ridimensionati››.

A pagarne lo scotto potrebbero essere proprio la riqualificazione di corso San Giorgio e la pista ciclabile. Su quest'ultimo intervento, tra l'altro, il consigliere chiarisce che nel programma Fas si parla di completamento dell'asse costiero e d'innesto con la vallata del Tordino. ‹‹Mancano i ponti tra Giulinova e Roseto e verso Pineto››, fa notare Ruffini, ‹‹non è detto che sarà finanziata la pista Teramo-Giulianova››.

Una parte dei Fas, tra l'altro, è stata già spesa. Per la cabinovia dei Prati di Tivo sono stati impegnati 12 milioni di euro, mentre 1,5 milioni sono serviti contro l'erosione. ‹‹Restano circa 30 milioni››, osserva Di Luca, ‹‹e ogni assessore regionale li sta già impegnando››. Secondo i consiglieri del Pd, il sindaco doveva essere più cauto. ‹‹Gli impegni si prendono ma il tempo passa››, insiste Di Luca, ‹‹Brucchi concluderà il proprio mandato e le opere non verranno realizzate››. La stessa sorte toccherebbe al quarto lotto della Teramo-mare e al completamento della pedemontana. ‹‹Chiodi nel 2009 li ha annunciati come interventi infrastrutturali con 6 miliardi d'investimento››, concludono Di Luca e Ruffini, ‹‹ma non si sa che fine abbiano fatto››.

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