Il piano di recupero finisce in procura

22 Settembre 2010

«È irregolare, ma la Provincia quando Di Marcello era assessore non lo ha bloccato»

MOSCIANO. Il piano di recupero urbano finisce in procura. Dopo le polemiche e le discussioni in consiglio comunale il consigliere di Alternativa per Mosciano, Emilia Di Matteo, ha depositato alla procura della Repubblica un esposto per chiedere di intervenire sulla procedura che ha portato alla stesura e all'approvazione del piano di recupero del centro della città.  «Il piano, adottato nel 2003 dall'allora sindaco Di Marcello e approvato nel 2005, doveva essere preceduto da una delibera di perimetrazione per individuare le zone e gli immobili da inserire, cosa che non è stata fatta», dichiara Di Matteo, e continua: «La Provincia all'epoca dei fatti fece dapprima notare la mancanza, mentre successivamente ha omesso di effettuare i dovuti controlli e ciò proprio quando Orazio Di Marcello era assessore provinciale alle attività produttive.

Abbiamo chiesto alla sezione urbanistica provinciale di effettuare dei controlli e da essi sono state evidenziate numerose irregolarità».  Emilia Di Matteo sottolinea come tra gli aspetti evidenziati dalla Provincia ci siano l'inserimento nel piano di aree verdi e che esso sia stato inteso come strumento di deroga rispetto a quello urbanistico generale, cose che la legge vieta espressamente di fare.  «Vi è poi il caso della variante adottata il 29 dicembre scorso, nella quale è stata prevista la possibilità di costruire un edificio in centro cui sono state concesse delle deroghe in evidente contrasto con molte delle normative vigenti: basti pensare che il palazzo dovrebbe sorgere al confine con una strada che si prevede di realizzare.

Una norma in contrasto, oltre che con il buon senso, anche con il codice della strada», conclude Emilia Di Matteo, che annuncia di aver depositato l'esposto in procura per chiedere, appunto, accertamenti su tali fatti.  Sul piano di recupero urbano il Comune di Mosciano si è già dovuto difendere in un contenzioso davanti al tribunale amministrativo regionale, al quale un cittadino si è rivolto. Battaglia legale che l'amministrazione comunale ha perso, ma che ha deciso comunque di portare avanti fino al Consiglio di Stato.

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